mercoledì 27 gennaio 2010

«I commercianti contro Soprana parlino con me»

SAN PAOLO. Vigili fuori e Dalla Pozza replica

Da "Il Giornale di Vicenza" di Martedì 26 Gennaio 2010, Cronaca, pagina 21, di Roberto Luciani

Dopo i volantini di protesta, le multe? È quello che temono i commercianti aderenti alla protesta contro il Piano Soprana ed è ciò che anche si chiede in una interrogazione il consigliere comunale Pdl Valerio Sorrentino. A suscitare i timori dei primi e l'intervento del secondo è l'arrivo, poche ore dopo l'affissione, degli agenti della polizia municipale armati di macchina fotografica. Oggetto del loro interesse, secondo alcuni, non i cartellini dei prezzi in saldo ma proprio le vetrofanie esposte su porte e vetrine. «Chiedo - interroga Sorrentino - se sono state elevate contravvenzioni al riguardo e se siano in arrivo multe anche contro chi ha affisso abusivamente manifesti contro il Dal Molin». Da noi contattato, l'assessore Marco Antonio Dalla Pozza ha così risposto: «Non ne sapevo niente ma ho comunque contattato il comandante Rosini il quale,dopo una breve indagine, mi ha assicurato che non esiste nessuna foto e nessun verbale di questo genere redatto dal suo personale. Certamente, dunque, erano lì per qualcos'altro». Dalla Pozza, però, va oltre e avverte: «Ho dato la mia disponibilità a parlare ma vale per chi sceglie di parlare di temi amministrativi o non per chi fa battaglie elettorali o politiche. Comincio a essere stanco di una modalità di approccio fatta di falsità. Chi vuol parlare viene da me e parli, gli altri non avranno nessun tipo di disponibilità. Lo dico da assessore alla mobilità e ai trasporti, ovvero da unico interlocutore su questa materia».

martedì 26 gennaio 2010

Centro, negozianti in rivolta: «Basta, dateci altri parcheggi»

MOBILITÀ. E scatta pure la rabbia per il giallo di una convocazione “aggiustata” dell’assemblea
Il comitato S. Paolo contro il piano Soprana di “aree a sosta limitata”

Da "Il Giornale di Vicenza" di Venerdì 22 Gennaio 2010, Cronaca, pagina 11, di Roberto Luciani

Il “giallo” della convocazione, l'arrivo dell'assessore Antonio Dalla Pozza, l'approvazione di un documento di protesta e di richieste al sindaco Variati, l'appoggio delle Vetrine del Centro. Non sono mancate le sorprese all'assemblea dei commercianti del Comitato Ponte S.Paolo, convocata in una libreria Mondadori invasa dai cartoni di imballaggio per l'imminente trasferimento e suo malgrado simbolo della serata.
RABBIA E PREOCCUPAZIONE. Si debbono decidere azioni e tempi in opposizione al “Progetto Soprana”, sotto accusa, però, ci finisce subito proprio il consigliere di maggioranza. Accusato dal responsabile Davide Bulgarelli di pesante ingerenza per una seconda convocazione “inviata via mail a mia insaputa e che riproduce il logo e la mia firma ma che stravolge la precedente, riportando come argomento dell’incontro la sostanziale ratifica del suo piano, da noi invece contestato. Un falso gravissimo sotto tutti i punti di vista, anche perché è stato spedito ad altre persone. Spero che sindaco e amministrazione non siano coinvolti in questo che ci sembra un atto di intimidazione antidemocratico». Parole dure che neppure l'arrivo improvviso dell'assessore Dalla Pozza mitiga: si mette educatamente a disposizione («non sarà allargata la zona a traffico limitato», ha detto ieri in Consiglio comunale), l'assemblea ringrazia e declina l'offerta. Antonio Santagiuliana porta l'appoggio delle “Vetrine del centro”, il fronte del no si si compatta. Per diventare più visibile a breve grazie a una vetrofania bicolore posta sulla porta dei negozi.
LE PROPOSTE. Premesse a parte il “Progetto Soprana” è rispedito al mittente. «Desertifica un centro da cui già in tanti scappano, schiacciati dalla concorrenza dei centri commerciali, dalla mancanza di iniziative e di servizi. La Zona a sosta limitata è una Ztl mascherata e lo confermano la rinuncia ai parcheggi dell'ex Macello e dell'Eretenio, dei quali ci sono già i progetti, a favore di quelli della ex Gil e di Campo Marzo che sono solo sulla carta. Il problema in realtà non sono le auto ma il fatto che girino a vuoto alla ricerca di aree di sosta». La proposta è precisa: «Oltre al ripristino dei due già cassati, chiediamo che si costruisca un parcheggio sotterraneo da 450 posti su 3 piani interrati in piazza Biade ed un altro nell'area del vecchio Tribunale. È recente il nulla osta della Soprintendenza alla ricostruzione della facciata degli edifici demoliti di Contrà Canove Vecchie. Si rimette in gioco il progetto Di Battista per un parking multipiano da 900 posti in project financing. In totale 1800 posti sufficienti sia per levare dalle strade le auto in cerca di sosta, sia per dare ai residenti la certezza del posto auto. Utopia? No, altrove esiste e funziona alla grande, vedi Strasburgo, Perugia, Innsbruck, Annecy. Persino Rovigo. Laddove hanno fatto come vuole Soprana, leggi Bologna, il centro è diventato terra di nessuno».

Blocco del traffico: abbattuti ossidi di azoto e carbonio ma la concentrazione del pm10 rimane alta

Un progressivo abbassamento della concentrazione di agenti inquinanti: questo il risultato della giornata di blocco del traffico di domenica 24 gennaio.
Monossido di azoto, biossido di azoto e monossido di carbonio hanno raggiunto livelli molto bassi, in particolare dalle 7 alle 19. “La diminuzione dei livelli degli ossidi di azoto e carbonio, agenti inquinanti dannosi per la salute - commenta l’assessore all’ambiente Antonio Marco Dalla Pozza -, ha restituito ai vicentini rimasti in città domenica un’aria più “leggera”. Dalle 18, in concomitanza con la ripresa della circolazione i parametri hanno ripreso a salire.
Invece i valori di pm10 non si sono abbassati. I dati pervenuti quest’oggi registrano, in riferimento alla giornata di domenica, il valore di 81 microgrammi per metro cubo d’aria. Confrontando il dato con i giorni precedenti non si nota una sostanziale differenza. Questo era comunque prevedibile visto che l’inquinamento da pm10 è il risultato dell’accumulo degli agenti inquinanti nell’atmosfera. Con domenica si arriva a 14 giorni consecutivi di sforamento del livello di pm10 pari a 50 microgrammi per metro cubo d’aria fissato dalla legge come valore minimo per la tutela della salute umana.

Perché l’intervento sia veramente efficace - prosegue l’assessore - si dovrebbero coinvolgere, come da tempo inutilmente chiediamo, porzioni ampie del territorio provinciale. Servirebbe incidere di più anche su altre fonti inquinanti (aziende, impianti di riscaldamento), ma questo sarebbe effettivamente alquanto gravoso."

"Far cessare l’inquinamento da pm10 non è semplice ed immediato come chiudere il rubinetto dell’acqua. L’inquinamento da pm10 assomiglia piuttosto ad un caminetto acceso a cui per un giorno abbiamo spento il fuoco: la fiamma non arde più, ma il calore continua a propagarsi per molto tempo. Per spegnere definitivamente il fuoco sarebbe necessario un intervento drastico: gettare un secchio d’acqua. Ci vorrebbe un intervento altrettanto radicale per abbattere il pm10, ma gli strumenti per realizzarlo sono a disposizione solo di Regione o Stato”.

L’aumento dell’inquinamento riguarda del resto anche altre città italiane, come Milano, la cui amministrazione è proprio in questi giorni oggetto di pesanti critiche per questo problema.

Quanto al blocco domenicale, i vicentini sono stati molto rispettosi del divieto, come dimostrano i numeri registrati dagli agenti di polizia locale. Su 434 veicoli controllati 395 erano autorizzati a circolare per vari motivi: 141 erano provvisti di autocertificazione, 34 trasportavano invalidi, 207 erano invece dotati di impianto gpl o metano, altri 13 godevano di altre forme di autorizzazione. Le violazioni dell’ordinanza sono state 35; altri 12 veicoli sono stati sanzionati per differenti motivi. “Abbiamo constatato che i cittadini hanno capito il significato del blocco delle auto – conclude l’assessore - rispettando l’ordinanza: lo testimonia il bassissimo numero di sanzioni registrate.”

A cura dell'ufficio stampa del Comune di Vicenza

Blocco con appena 35 multe, ma non solo pm10: è allerta azoto

LA DOMENICA SENZ’AUTO. Le pattuglie dei vigili controllano 434 veicoli: metà circolavano con motori a gpl o metano
Ora si riparte con le limitazioni ai veicoli Euro 0 ed Euro 1 E si spera nella pioggia per fermare l’inquinamento

Vicenza. Pochi furbetti, anche nei quartierini. Nella prima domenica senza auto del 2010, complice un cielo color piombo che non prometteva nulla di buono, sono state appena 35 le multe da 78 euro staccate dalle pattuglie dei vigili nelle nove ore dello stop alla circolazione più esteso mai ordinato a Vicenza. I divieti hanno paralizzato mezza città, comprendendo un'area in cui si calcola dimorino 77 mila vicentini su 115 mila.

I CONTROLLI. Questi i numeri del bilancio stilato dal comandante Cristiano Rosini e trasmesso a fine giornata all'assessore all'ecologia e alla mobilità Antonio Marco Dalla Pozza: gli agenti hanno controllato 434 veicoli, contando 141 autocertificazioni, 34 invalidi, 207 mezzi alimentati da gpl o gas metano, una dozzina di mezzi che godevano di altre forme di autorizzazione. Le multe sono state 35, con l'aggiunta di 12 sanzioni accessorie, dal bollino blu alla mancata revisione. Imponente il dispiegamento di volontari della protezione civile e degli alpini ai varchi della zona vietata: «È stata una presenza fondamentale - sostiene l'assessore - che ha contribuito a dare informazioni e a ridurre il numero delle sanzioni».

IL TEST. Dalla Pozza si dice soddisfatto: «È stato un blocco deciso per cercare di contrastare le concentrazioni di inquinanti nell'aria. Oltre alle polveri sottili, destano preoccupazione anche i valori degli ossidi di azoto. Fortunatamente la giornata è trascorsa senza particolari problemi, con la sensazione che la maggior parte dei vicentini abbia compreso i motivi che ci hanno indotto a fermare il traffico. Il basso numero di sanzioni mi sembra un dato positivo».

IL METEO. L'assessore spera nella perturbazione che potrebbe attraversare il Veneto nelle prossime ore: «In questa settimana non verranno assunte altre iniziative come quella del blocco. Faremo il punto della situazione tra venerdì e lunedì. Sarà importante analizzare i dati delle polveri e degli ossidi di azoto».«Il traffico - rileva Dalla Pozza - è stato contenuto anche lungo la circonvallazione esterna, almeno al mattino, segno che il messaggio per cui si è attuato il blocco è arrivato a molti». Da tredici giorni consecutivi, intanto, le polveri sottili registrate dalla centralina Arpav di corso S. Felice sono superiori alla soglia di legge di 50 microgrammi per metro cubo d'aria. Sabato il valore era di 74 microgrammi. Dall'inizio dell'anno sono stati fuori norma 17 giorni su 23.

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/122567_blocco_con_appena_35_multe_non_solo_pm10__allerta_azoto/

Gian Marco Mancassola

Giuseppe Bortolussi il candidato del Pd alla presidenza della Regione

Giuseppe Bortolussi è il candidato del Partito Democratico alla Presidenza del Veneto.Lo ha scelto con il voto la Direzione regionale, riunitasi ieri a Vicenza. Su 70 presenti, 39 hanno votato per Bortolussi, 29 per Laura Puppato mentre 2 si sono astenuti.
"Da oggi - ha commentato il segretario regionale Rosanna Filippin - c'è un'alternativa chiara e netta al progetto politico di Luca Zaia. Il nostro è un progetto politico che parlerà ai veneti con il linguaggio della concretezza e del coraggio. Siamo per un Veneto senza paura. Abbiamo un progetto che parte dai temi dello sviluppo e del lavoro, che sono alla base dell'identità della nostra regione. E Giuseppe Bortolussi è una figura capace di rappresentarla al meglio".
"A Laura Puppato - aggiunge la Filippin - va un ringraziamento a nome di tutto il Partito e l'auspicio che possa contribuire in prima persona alla sfida contro la Lega di Luca Zaia. Il Partito Democratico ha scelto tra due figure di grande valore e spessore. E lo ha fatto con un voto. E'giusto che sia così. Solo nei partiti con un padrone le scelte non sono affidate al voto".

martedì 19 gennaio 2010

Il Pd vota e si divide: sì all’Udc ma sul tavolo c’è anche Bortolussi

La direzione regionale chiede a De Poli di sedersi al tavolo della nuova coalizione. Passa con 35 voti (23 contrari) il documento con il nome del leader Cgia


PADOVA — Nel Partito democratico veneto c’è tanta voglia di Udc ma non al punto da cedere subito, armi e bagagli, alla leadership di Antonio De Poli. Per cominciare - l’hanno sottolineato praticamente tutti, ieri pomeriggio, nel corso dell’interminabile direzione regionale riunita a Padova - il leader dei centristi non ha fatto una bella cosa, partendo in anticipo con la propria candidatura senza nemmeno sedersi a un tavolo con i possibili alleati di domani. Rimane il fatto, distillato da una discussione come sempre densa di distinguo e di malsopiti dissensi, che una significativa porzione della dirigenza Pd ritiene necessario, se non addirittura indispensabile, uscire dallo schema classico del centrosinistra per allargare l’alleanza verso il centro. E che, all’interno di questa porzione, sono parecchi a ritenere per nulla scandaloso che si ragioni attorno al nome di Antonio De Poli come candidato governatore per tutta la compagnia. Ma, alla resa dei conti - sorprendente anziché no nell’esito numerico della votazione - è passato a maggioranza un documento che invita l’Udc e le altre forze del centrosinistra a sedersi allo stesso tavolo «allargato» ma rivendica al Pd, socio di maggioranza della futuribile coalizione, almeno il diritto di indicare un proprio candidato presidente per andarne a discutere con i potenziali alleati.
L’opzione no-nome, sostenuta da molti (per tutti il deputato Alessandro Naccarato e Davide Zoggia, responsabile nazionale Enti locali del partito: «Andare alla discussione con l’Udc con una o più candidature nostre - aveva detto Zoggia nel suo intervento - non ci farebbe nemmeno sedere al tavolo») è stata superata, nella volontà dell’assemblea, dalla proposta che insisteva, quanto meno, per inserire nel documento finale l’indicazione di Giuseppe Bortolussi, leader della Cgia di Mestre, come possibile candidato «apprezzato» dai democratici. Risultato numerico: 35 voti a favore - perorati, nell’intervento finale, dal sindaco di Vicenza Achille Variati -, 4 astenuti e 23 contrari. Tra questi ultimi, oltre a quanti sostenevano tatticamente l’opportunità di non mettere sul tavolo alcun nominativo, vanno annoverati probabilmente anche i sostenitori della candidatura di Laura Puppato. La quale, intervenendo in assemblea, aveva fatto professione di amor patrio: «Ho talmente a cuore le sorti del Veneto che sono disponibile a mettere in piedi una trattativa con l’Udc, senza alcun nome sul tavolo, il mio compreso». Invece un nome c’è, ed è quello di Bortolussi. Era ciò che chiedeva il deputato veneziano Andrea Martella, dando voce ai molti convinti che il Pd abbia il diritto-dovere di esprimere un progetto politico, corredato di nome e cognome: «A me sembra - ha detto Martella al microfono - che la disponibilità manifestata da Giuseppe Bortolussi ci consenta di realizzare questa operazione. E, magari, su di lui può starci anche l’Udc».
Ciò non di meno, Flavio Zanonato, sindaco di Padova e uomo forte del Pd veneto, ha evidenziato alcune cose con chiarezza quasi brutale: «Io sono perché si allarghi l’alleanza all’Udc - ha detto Zanonato, in questo sostenuto anche da Franco Frigo - per almeno due buoni motivi: la partita delle Regionali è nazionale e una sequela di sconfitte coinvolgerebbe anche la nostra responsabilità; non possiamo rischiare di perdere la città di Venezia, perché i democratici veneti ne pagherebbero conseguenze quasi irreversibili. Chiarito questo, vi dico anche che non condivido i veti alla candidatura di Antonio De Poli, è pur sempre il numero 3 dell’Udc su scala nazionale». Però, secondo un sondaggio Ipr Marketing diffuso dai resistenti dell’Italia dei Valori, la candidatura De Poli avrebbe scarso ascendente sull’elettorato veneto. A capo di una coalizione Pd-Udc-Idv, il leader centrista finirebbe schiacciato da Zaia: 62% contro 28%.

Alessandro Zuin

18 gennaio 2010

Polveri sottili, domenica 24 gennaio blocco totale della circolazione in centro e nei quartieri per salvaguardare la salute

Domenica prossima 24 gennaio dalle 9 alle 18 sarà blocco totale del traffico esteso anche ai quartieri della città e non solo al centro storico. Ad oggi infatti sono già sette consecutivi i giorni in cui i livelli di Pm10 hanno superato il limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria stabilito dalla legge a tutela della salute; e le previsioni meteorologiche non promettono nulla di buono: è infatti segnalato il persistere dell’area di alta pressione almeno fino a metà settimana, condizione che impedisce lo spostamento o il precipitare a terra delle polveri che in genere si verifica in caso di vento o pioggia.
L’amministrazione comunale ha quindi deciso questa mattina di giocare d’anticipo, senza attendere i preannunciati dieci giorni di sforamento che si era data per fissare un eventuale blocco del traffico, introducendo una misura intermedia di prevenzione finalizzata a dare un po’ di tregua alla città.
Secondo i parametri fissati dall’Arpav – spiega l’assessore all’ambiente Antonio Marco Dalla Pozza -, la qualità dell’aria a Vicenza non è ancora di livello pessimo, ma è senz’altro scadente in maniera persistente: in soli 18 giorni da inizio anno sono infatti già undici gli sforamenti del limiti fissati dalla legge, di cui sette, appunto, consecutivi. Come si interviene con misure di emergenza sanitaria in caso di inquinamento dell’acquedotto, così si deve intervenire se è l’aria ad essere inquinata - esemplifica l’assessore -. Per senso di responsabilità dunque ci sentiamo di agire senza aspettare di registrare 10 superamenti consecutivi. Serve una tregua per i cittadini. Anche se sappiamo bene che il blocco del traffico non è una misura risolutiva, in genere consente almeno di registrare un minimo miglioramento della qualità dell’aria. Per questo – prosegue Dalla Pozza – abbiamo optato per una misura intermedia che interrompa la serie negativa dei superamenti. L’area del blocco totale sarà quella ampia, già in vigore da lunedì a venerdì per euro 0, euro 1 e, il mercoledì pomeriggio, anche per gli euro 2 diesel. L’orario sarà continuato dalle 9 alle 18, ma, per non creare troppi disagi, il blocco sarà di domenica anziché in un giorno lavorativo”.
In attesa che anche la Regione intervenga con misure incisive su tutto il territorio veneto – precisa infine l’assessore Dalla Pozza, a cui di recente sono state affidate anche le deleghe alla mobilità e ai trasporti -, l’amministrazione di Vicenza sta comunque portando avanti il lavoro di approfondimento sul traffico e sul trasporto pubblico locale che si pone l’obiettivo di rivisitare completamente la mobilità urbana, per accompagnare alle misure emergenziali cambiamenti strutturali duraturi”.
I dettagli e le modalità del blocco del traffico di domenica 24 gennaio verranno definiti domani mattina nel corso di una riunione tecnica.

AATO Bacchiglione: i sindaci vicentini propongono Corò come presidente e indicano le priorità per la salvaguardia del bene acqua

E’ Giancarlo Corò, oggi presidente di Acque Vicentine, il candidato a diventare presidente del consiglio di amministrazione dell’AATO Bacchiglione. La candidatura, nata da una proposta del sindaco di Vicenza Achille Variati, è stata condivisa all’unanimità questa mattina a Palazzo Trissino da un gruppo di amministratori in rappresentanza dei 69 comuni vicentini serviti da Acque Vicentine e da Alto Vicentino Servizi nell’ambito dell’AATO Bacchiglione.
A palazzo Trissino, con Variati, si sono incontrati i sindaci di Monticello Conte Otto, Longare, Caldogno e Torri di Quartesolo per la parte Acque Vicentine, e Schio, Thiene, Valdagno e Sarcedo, in rappresentanza dei Comuni la cui acqua è gestita da AVS. C’erano anche l’assessore provinciale con delega alle risorse idriche Paolo Pellizzari e l’assessore all’ambiente del Comune di Vicenza Antonio Dalla Pozza.
I restanti tre membri vicentini del nuovo consiglio di amministrazione dell’AATO Bacchiglione saranno indicati dagli altri Comuni vicentini del consorzio (uno dal raggruppamento facente capo ad Acque Vicentine, due dal raggruppamento legato ad AVS), mentre i Comuni padovani membri del consorzio indicheranno i restanti quattro membri, oltre al direttore.
Oltre al nome di Corò, che dovrà lasciare il comando di Acque Vicentine in caso di nomina a presidente dell’AATO, i sindaci che rappresentano proprio i territori dove l’acqua viene raccolta, hanno definito un elenco di priorità dalle quali non intendono prescindere nella sua futura gestione: “Primo - sintetizza per tutti Variati - l’acqua è un bene primario del territorio che ha assoluto bisogno di una gestione responsabile. Secondo, fino ad oggi abbiamo garantito la vicinanza tra cittadini ed aziende di gestione dell’acqua proprio perché tali aziende sono pubbliche e i soci sono i Comuni: anche in futuro questo aspetto va preservato, così come va salvaguardato il livello qualitativo dei servizi erogati e va mantenuta le professionalità dei lavoratori delle aziende. Infine, è indispensabile attuare una politica della ricarica delle falde per la conservazione e la tutela del bene”.
“Si tratta di obiettivi - conclude Variati - che i sindaci vicentini condividono secondo un’unità di intenti assoluta che va al di là degli schieramenti politici e trova anche l’importante adesione della Provincia”.

martedì 12 gennaio 2010

Videocamere “anti-lucciole” sulla lunga strada del sesso

SICUREZZA. Assegnato l’appalto: saranno installate in viale San Lazzaro, in corso San Felice e in piazzale De Gasperi
Sono in arrivo anche cartelloni fluorescenti e colonnine Sos

Spostati i bidoni e potati gli alberi per poter migliorare la visuale

Da "Il Giornale di Vicenza" di Lunedì 11 Gennaio 2010, Cronaca, pagina 11, di Gian Marco Mancassola

Telecamere anti-lucciole. Gli occhi elettronici per spiare le trattative tra le signore della notte vicentina e i loro clienti sono l’ultima frontiera della tecnologia applicata al controllo del territorio e alle politiche della sicurezza. Tredici “videoguardiani” entreranno in azione nei prossimi giorni per pattugliare i due chilometri del quartiere a luci rosse di Vicenza ovest. L’appalto è stato assegnato, si attende soltanto l’installazione.

IL CAMPIELLO. Il primo gruppo ottico entrerà in funzione davanti al residence del sesso, quel condominio Campiello nel quartiere di San Lazzaro spesso finito al centro di proteste e blitz delle forze dell’ordine. Non bastasse quanto va in scena nelle alcove degli appartamenti-bordello presi in affitto da prostitute e papponi, sui marciapiedi si consumano i tacchi a spillo spericolati di africane e romene alla caccia di clienti. Uno spettacolo che tormenta i residenti e i commercianti, a partire dai gestori dell’hotel Tiepolo, con i quali si è rapportata a più riprese l’amministrazione comunale.

L’ISOLA ROSSA. Il secondo gruppo ottico sarà puntato sulla zona dell’ex bowling di corso Ss. Felice e Fortunato, cul de sac dove trovano riparo non solo tossici e disperati, ma anche chi sfrutta la prostituzione delle ragazze. Infine, una telecamera sarà collocata in piazzale De Gasperi, tra i giardini Salvi, viale Roma, la stazione e Campo Marzo. «In questo modo - analizza l’assessore alla sicurezza Antonio Marco Dalla Pozza - riusciamo a chiudere l’anello dell’area più critica dal punto di vista della gestione della sicurezza». Le tre nuove telecamere, infatti, andranno a sommarsi alla dozzina di occhi elettronici già installati in gran parte dalla ditta Reteco negli anni passati tra Campo Marzo, stazione, viale Milano, corso Ss. Felice e Fortunato e il centro storico. Un piccolo esercito assemblato con lenti e fibre ottiche collegato con il comando della polizia locale, che collabora con la questura.

L’ATTREZZATURA. Ogni videocamera ha un costo di circa 8 mila euro. Ma i vigili elettronici, tutti ad altissima definizione, non agiranno in solitudine. In settimana assessore, tecnici comunali e responsabili di Amcps e Aim Igiene ambientale eseguiranno un sopralluogo in viale San Lazzaro per mettere in campo gli interventi che accompagneranno l’installazione delle telecamere. Saranno spostati i cassonetti e potati gli alberi per liberare il campo di visuale il più possibile. Inoltre, saranno collocati grandi cartelli fluorescenti visibili da tutte le direzioni di marcia con la dicitura “Zona videsorvegliata”. «Vogliamo che sia chiaro a tutti che sono attive le telecamere e che non ci sono alibi», afferma Dalla Pozza. Si radica, quindi, una strategia concrepita ai tempi della giunta Hüllweck e si completa l’azione di dissuasione avviata con l’ordinanza delle supermulte da 500 euro: «Le telecamere devono avere un ulteriore effetto dissuasivo. Chi frequenta il mercato della prostituzione, sappia che i suoi dati saranno noti alle forze dell’ordine, pur nel rispetto della normativa sulla privacy».

Sesso, droga e rifiuti nel bosco “fantasma”. E il Comune lo compra

ALLARME DEGRADO. L’area verde di via Bandiera, accanto a un supermercato e all’ospedale.
Operazione da 200 mila euro finanziata con oneri dell’ex Cotorossi
Il progetto: farne un pezzo del futuro parco fluviale dell’Astichello

Da "Il Giornale di Vicenza" di Venerdì 08 Gennaio 2010, Cronaca, pagina 17, di Gian Marco Mancassola

Sesso, droga e rifiuti, altro che rock’n’roll. Il Comune acquista il bosco della disperazione: non è un esproprio, ma gli assomiglia. Nel mirino c’è l’area verde abbandonata lungo l’Astichello, tra via Bandiera e via Bedeschi, davanti all’ospedale S. Bortolo e alle celle mortuarie. La giunta mette sul piatto 200 mila euro: l’obiettivo è trasformarla radicalmente e farne un pezzo del futuro parco fluviale.
DEGRADO E DENUNCE. Da quelle parti non si scherza. Nonostante la prossimità con il centro storico, con l’ospedale, con un supermercato molto frequentato, il boschetto si è trasformato negli anni in un rifugio per disperati. Molti sono stranieri, che hanno allestito baracche per proteggersi dal freddo e dalla pioggia. È uno slum, una favela in piena città. Lungo i sentieri del villaggio fantasma si sono ammucchiati preservativi e siringhe, montagne di rifiuti, scatolame, abiti a brandelli, materiale da campeggio, rottami di biciclette e carrelli per la spesa, elettromestici. Chi vive in via Bedeschi conosce fin troppo bene i disagi patiti da quel buco nero. Alcuni condomini hanno installato cancelli negli spazi comuni per evitare brutte sorprese di notte. Tra i primi a denunciare una condizione inaccettabile è stato Gerardo Meridio, ex presidente dell’Ipab e consigliere comunale del Pdl. Erano ancora i tempi della giunta Hüllweck quando Meridio accese i riflettori su questo angolo dimenticato di Vicenza. Ad altre tendopoli si è posto rimedio, come quella di viale Margherita: questa, invece, ciclicamente riaffiora dall’ombra.
L’ACQUISTO. La soluzione individuata dalla giunta Variati è stato l’acquisto del bosco dai proprietari privati, assecondando il progetto di utilizzare questo pezzo di terra per allestire parte del futuro parco fluviale dell’Astichello. L’assessore Antonio Marco Dalla Pozza ci lavorava da tempo. È stato l’ultimo atto da assessore al patrimonio. Il via libera della giunta autorizza la spesa di 200 mila euro pescati dagli oneri dovuti dai proprietari dell’ex Cotorossi: altri 100 mila euro finanzieranno l’allestimento di una parte del parco.Il piano comunale si articolerà in diverse tappe, dovendo fare i conti con una situazione complessa: la fascia esterna del bosco, infatti, era già proprietà del Comune, mentre all’interno il terreno è diviso in varie proprietà. Tutta la zona è soggetta a vincolo fluviale: non c’erano altre prospettive se non quella di ricavarci un parco pubblico. La speranza riposta nel progetto del parco fluviale è «rendere fruibile una zona che finora non lo è mai stata», per dirla con le parole dell’assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto. Allestire e completare il parco costerà oltre 1,2 milioni di euro. Nelle casse comunali ci sono 590 mila euro. Si parte dall’acquisizione dei terreni, cercando di cucire nel puzzle anche piani urbanistici come quello di via Monte Asolone. Il resto dei fondi dovrà essere cercato bussando in Provincia, in Regione e a Roma.

Tornano le polveri e i blocchi, stop anche ai motori “Euro 2”

LOTTA ALL’INQUINAMENTO. I valori di pm10 ancora una volta fuori norma alla vigilia dell’Epifania nonostante la pioggia, da lunedì ripartono le limitazioni
Il Comune decide di eliminare la centralina di Borgo Scroffa, ne sarà creata una a Ca’ Balbi

Da "Il Giornale di Vicenza" di Giovedì 07 Gennaio 2010, Cronaca, pagina 11, di Gian Marco Mancassola
Nemmeno la vecchia scopa della Befana fa i miracoli contro le polveri sottili. Proprio alla vigilia dell’Epifania Vicenza torna a respirare la mal’aria. Il barometro aveva concesso una pausa tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo, interrotta soltanto a Capodanno: principali indiziati sono i botti di S. Silvestro. Martedì la centralina di rilevamento di S. Felice ha segnato un nuovo sforamento dei limiti di legge, fissati in 50 microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria: siamo a quota 62, antipasto di uno dei mesi per tradizione più inquinati. Da lunedì si torna a fare sul serio. Scocca l’ora dei blocchi dei vecchi mezzi: questa volta nella rete finiscono anche gli euro 2.
I BLOCCHI. Dopo la pausa natalizia, si riapre la stagione delle limitazioni al traffico. Dall’11 gennaio al 31 marzo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 sarà in vigore il divieto di circolazione per tutti i veicoli euro 0 ed euro 1 e i ciclomotori e motoveicoli a due tempi non catalizzati. L’area interdetta è vasta e comprende gran parte del territorio comunale, quartieri compresi, grandi arterie di scorrimento escluse.
LE NOVITÀ. Da gennaio ci sono due novità. La prima: ogni mercoledì dalle 15 alle 18 il divieto sarà esteso anche agli autoveicoli euro 2 alimentati a gasolio (diesel). La seconda: se si dovessero verificare 10 giorni consecutivi di sforamento dei livelli di pm10, potrebbe venire chiusa totalmente al traffico, fino a tre giorni consecutivi, la parte centrale della città, ovvero quella delimitata dalla circonvallazione interna. Il blocco non interesserà i mezzi elettrici o alimentati a metano o gpl e sarà per fasce orarie dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Ogni sforamento, da lunedì, può dare il via alla conta.
LA CLASSIFICA. Anche il 2009 si è chiuso con un eccesso di sforamenti. In base alla normativa, i giorni con valori di pm10 fuori norma non dovevano essere più di 35. In città se ne sono contati 83, più del doppio. Se può rappresentare una consolazione, per una volta Vicenza non svetta nella temuta classifica delle città più inquinate. Addirittura nel Veneto si piazza al terzultimo posto, ex aequo con Rovigo. Sembra quasi un record, dal momento che fino al 2007 all’ombra dei Berici ogni tre giorni in media uno era da bollino rosso. La maglia nera spetta a Verona, con 104 sforamenti, seguita da Padova con 102 e da Venezia con 92. Treviso si ferma a 71 giorni neri, mentre Belluno è l’unico capoluogo in grado di rispettare la soglia di legge, con soli 23 superamenti.
LA CENTRALINA. Tra le ultime decisioni della giunta Variati prima delle festività vale la pena di segnalare la realizzazione di una nuova stazione di rilevamento dell’inquinamento atmosferico nella zona di Ca’ Balbi. L’operazione avrà un costo di 88 mila euro, come si legge nella delibera presentata dall’assessore all’ecologia Antonio Marco Dalla Pozza. L’intervento nasce dalla necessità di ottimizzare la rete di controllo della qualità dell’aria. «Il dipartimento provinciale dell’Arpav - riporta il documento licenziato dalla giunta - propone la dismissione della centralina di Borgo Scroffa che, oltre a essere dotata di una strumentazione tecnicamente obsoleta, è posizionata in un punto con caratteristiche non compatibili con le nuove linee guida dell’Agenzia europea per l’ambiente». L’amministrazione comunale ha quindi deciso di ricollocare la stazione di rilevamento nella zona di Ca’ Balbi, a Vicenza est, «interessata da intensi volumi di traffico e da elevata residenzialità, attualmente priva di qualsiasi sistema di rilevazione degli inquinanti». Sarà quindi eliminata la centralina di Borgo Scroffa, mentre la stazione attiva nel Quartiere Italia sarà dotata di un nuovo analizzatore automatico di pm10 con possibilità di rilevare anche il pm2.5, vale a dire le polveri sottilissime.