L’INCONTRO. Sfida con scintille all’Astra verso le primarie del Partito democratico sulle mozioni Franceschini, Bersani e Marino. Arriva anche Causin e gioca in casa
«Il Pd ha tre opzioni
di alto livello»
Stoccate alla bersaniana Filippin e al franceschiniano Calearo. Al minoritario Marino molti complimenti
Stoccate alla bersaniana Filippin e al franceschiniano Calearo. Al minoritario Marino molti complimenti
Da "Il Giornale di Vicenza" di Domenica 13 Settembre 2009, Cronaca, pagina 11, di Gian Maria Maselli
Prima di concludere che, vada come vada, «il Partito democratico ha tre papabili leader di alto livello», è stato confronto duro. E sono fischiate le orecchie a qualche big assente (o assentatosi) nell’incontro pubblico svoltosi ieri mattina al teatro Astra per presentare le mozioni con cui si sfideranno, nelle primarie del prossimo 25 ottobre, i tre candidati segretari nazionali del Pd: Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino. Un confronto animatosi alla presenza del consigliere regionale e candidato segretario veneto franceschiniano Andrea Causin (sul palco) e dei parlamentari Daniela Sbrollini e Massimo Calearo Ciman (in platea), dopo la presentazione delle mozioni, fatta dai fiduciari territoriali: il bersaniano Giacomo Possamai (segretario provinciale dei Giovani, democratici, appoggia il candidato segretario regionale Rosanna Filippin), il mariniano Enrico Peroni (vicecoordinatore provinciale del Pd, appoggia il candidato regionale Felice Casson), e Causin. Che dice: «Franceschini ha dimostrato umanità e coraggio da leader rilevando un partito che oggi può aiutare l’economia veneta delle piccole imprese, abbandonate dal Governo». Così Possamai: «Sto con Bersani, perchè è concreto e preparato. Al partito manca l’identità, che per lui è invece una priorità». E Peroni: «Sosstengo la battaglia culturale di Marino contro l’egemonia di destra. La laicità dà voce a tutti ed è un antidoto all’autoritarismo». Calearo: «Franceschini mi ha coinvolto, e vedo meglio Causin come segretario regionale. Non voglio un Pd troppo a sinistra». Poi, l’ex presidente nazionale di Federmeccanica va all’inaugurazione della Fiera dell’oro, e si perde la replica del bersaniano Silvano Veronese: «Bersani è l’unico che può ricollegare il Pd a partite Iva e lavoratori dipendenti. Veltroni e Franceschini hanno fatto il madornale errore dell’autosufficienza, e di chiamare nel partito personaggi in uscita dalle proprie cariche associazionistiche e che non portano voti». E un’altra assente (Rosanna Filippin) viene evocata da Giovanni Sala («Marino ottimo, opto per Franceschini davanti a Bersani che con sfacciataggine correntizia non sceglie i propri segretari con criteri meritocratici»), Federico Formisano («non vedo bene certe scelte a livello regionale, ma evito lacerazioni nell’appoggiare Franceschini e Causin») e Walter Bettiato Sala («appoggio Bersani, ma al regionale voterò disgiunto»). Sipario con l’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza («Franceschini ci ha dato sintesi e un vocabolario comune»), Maurizio Scalabrin («non è colpevole dell’emorragia di voti, anche Bersani si trovò in una una fase infelice...») e due supporter di Ignazio Marino: Alessandra Sala («coinvolge e appassiona su nostri valori») e Ingrid Bianchi (« rappresenta il nuovo che mi aspettavo dal Pd»).
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