Uno strumento per disegnare il quadro generale della mobilità e della viabilità per i prossimi dieci anni a Vicenza. È il Pum, il piano urbano della mobilità, di cui i Comuni con più di 100 mila abitanti devono obbligatoriamente dotarsi in base ad una legge nazionale del 2000. L’assessore alla mobilità e ai trasporti, Antonio Dalla Pozza, assieme agli assessori alla progettazione e innovazione del territorio, Francesca Lazzari, e alle infrastrutture stradali, Ennio Tosetto, oltre che a Roberto Bottin, consigliere delegato di Aim Mobilità, ha presentato oggi a palazzo Trissino le linee guida che serviranno al gruppo di lavoro per redigere il piano che nasce dal Pat: le finalità e gli obiettivi strategici, quindi, per definire un insieme coerente di interventi infrastrutturali, tecnologici, gestionali ed organizzativi in grado di orientare lo sviluppo della mobilità nel medio-lungo periodo. Con un obiettivo su tutti: ridurre il traffico per una migliore qualità della vita in città.
“Con il Pum vogliamo invertire la tendenza certificata dall’Istat secondo cui a Vicenza il numero dei veicoli privati circolanti è eccessivo rispetto alla rete viaria esistente – ha dichiarato Dalla Pozza -. È un fatto che incide sulla sicurezza stradale, perché è causa dell’elevatissimo numero di decessi che si registrano sulle nostre strade. Ma incide anche sui livelli di inquinanti nell’atmosfera, senza contare che ad ogni assemblea pubblica cui partecipiamo il primo problema che emerge non è la sicurezza, ma il traffico. Il nostro obiettivo allora – ha evidenziato - è ricuciture i quartieri, migliorarne la vivibilità e far perdere meno tempo ai cittadini quando si spostano. Le scelte non saranno un’imposizione nei loro confronti, anzi, i contenuti del piano verranno concertati e condivisi con la città, come lo è stato con il Pat”.
Il protocollo d’intesa siglato dal Comune e da Aim Mobilità indica chiaramente che le principali leve d’azione per il nuovo sistema della mobilità urbana si baseranno sulla ciclabilità, sulla pedonalità, su un sistema articolato della sosta e soprattutto sul trasporto pubblico locale, al quale va quindi assegnata priorità d’azione e d’investimento, tanto che la spesa di 100 mila per la redazione del piano sarà a carico di Aim Mobilità.
La sostenibilità ambientale cui punterà il Pum di Vicenza, quindi, si declinerà in azioni concrete come la creazione di un sistema di trasporto pubblico basato su mezzi ecologici e di un sistema di sosta che differenzi l’offerta per la lunga durata (parcheggi scambiatori) e quella breve (parcheggi centrali) con tariffe che progressivamente si riducono allontanandosi dal centro. Altri azioni concrete potranno riguardare la regolamentazione della velocità, le tecnologie informatiche applicate al controllo e alla regolazione della circolazione stradale, il definitivo allontanamento del traffico pesante di attraversamento dei quartieri e il ricorso a soluzioni innovative e flessibili, come, ad esempio, il car sharing e il taxi collettivo.
“L’obiettivo è far scegliere liberamente il trasporto pubblico al cittadino senza alcuna imposizione – ha aggiunto Bottin -: dovrà essere una scelta di convenienza. Come al centrobus Dogana: in soli due mesi di apertura, in pieno periodo estivo, il parcheggio è utilizzato già al 40-50%, mentre il park Farini veniva utilizzato appena al 30%. I cittadini cominciano quindi ad apprezzarne la collocazione, il servizio di informazioni, il comfort, ma anche a capire la differenza tra linea e centrobus e coglierne le convenienze e le opportunità”.
“Nel piano dovrà essere tenuto presente che attualmente abbiamo zone della città non servite da mezzi pubblici, altre non servite da mobilità alternativa – ha sottolineato Dalla Pozza -, ma abbiamo anche previsioni infrastrutturali che non esistevano anni fa, come la variante alla Sp 46, la pedemontana veneta, il sistema delle tangenziali venete, la Tav. Per ridurre il traffico inoltre servirà rifare anche il piano degli orari, coordinare le entrate e le uscite dalle scuole, diversificare le aperture di alcuni uffici pubblici. È insomma un piano a tutto tondo”.
Il Pum vero e proprio, ad ogni modo, sarà il documento finale del processo di redazione. Prima il gruppo di lavoro dovrà produrre uno studio conoscitivo e di analisi, poi una proposta di piano da sottoporre al processo partecipativo e infine una relazione definitiva di piano, che conterrà anche le modalità e le fasi di attuazione del Pum stesso. Dopodiché, entro sei mesi dall’approvazione del Pum - che l’amministrazione intende portare in consiglio comunale entro giugno 2011 - dovrà essere realizzata la prima fase degli interventi strutturali.
“Con il Pum vogliamo invertire la tendenza certificata dall’Istat secondo cui a Vicenza il numero dei veicoli privati circolanti è eccessivo rispetto alla rete viaria esistente – ha dichiarato Dalla Pozza -. È un fatto che incide sulla sicurezza stradale, perché è causa dell’elevatissimo numero di decessi che si registrano sulle nostre strade. Ma incide anche sui livelli di inquinanti nell’atmosfera, senza contare che ad ogni assemblea pubblica cui partecipiamo il primo problema che emerge non è la sicurezza, ma il traffico. Il nostro obiettivo allora – ha evidenziato - è ricuciture i quartieri, migliorarne la vivibilità e far perdere meno tempo ai cittadini quando si spostano. Le scelte non saranno un’imposizione nei loro confronti, anzi, i contenuti del piano verranno concertati e condivisi con la città, come lo è stato con il Pat”.
Il protocollo d’intesa siglato dal Comune e da Aim Mobilità indica chiaramente che le principali leve d’azione per il nuovo sistema della mobilità urbana si baseranno sulla ciclabilità, sulla pedonalità, su un sistema articolato della sosta e soprattutto sul trasporto pubblico locale, al quale va quindi assegnata priorità d’azione e d’investimento, tanto che la spesa di 100 mila per la redazione del piano sarà a carico di Aim Mobilità.
La sostenibilità ambientale cui punterà il Pum di Vicenza, quindi, si declinerà in azioni concrete come la creazione di un sistema di trasporto pubblico basato su mezzi ecologici e di un sistema di sosta che differenzi l’offerta per la lunga durata (parcheggi scambiatori) e quella breve (parcheggi centrali) con tariffe che progressivamente si riducono allontanandosi dal centro. Altri azioni concrete potranno riguardare la regolamentazione della velocità, le tecnologie informatiche applicate al controllo e alla regolazione della circolazione stradale, il definitivo allontanamento del traffico pesante di attraversamento dei quartieri e il ricorso a soluzioni innovative e flessibili, come, ad esempio, il car sharing e il taxi collettivo.
“L’obiettivo è far scegliere liberamente il trasporto pubblico al cittadino senza alcuna imposizione – ha aggiunto Bottin -: dovrà essere una scelta di convenienza. Come al centrobus Dogana: in soli due mesi di apertura, in pieno periodo estivo, il parcheggio è utilizzato già al 40-50%, mentre il park Farini veniva utilizzato appena al 30%. I cittadini cominciano quindi ad apprezzarne la collocazione, il servizio di informazioni, il comfort, ma anche a capire la differenza tra linea e centrobus e coglierne le convenienze e le opportunità”.
“Nel piano dovrà essere tenuto presente che attualmente abbiamo zone della città non servite da mezzi pubblici, altre non servite da mobilità alternativa – ha sottolineato Dalla Pozza -, ma abbiamo anche previsioni infrastrutturali che non esistevano anni fa, come la variante alla Sp 46, la pedemontana veneta, il sistema delle tangenziali venete, la Tav. Per ridurre il traffico inoltre servirà rifare anche il piano degli orari, coordinare le entrate e le uscite dalle scuole, diversificare le aperture di alcuni uffici pubblici. È insomma un piano a tutto tondo”.
Il Pum vero e proprio, ad ogni modo, sarà il documento finale del processo di redazione. Prima il gruppo di lavoro dovrà produrre uno studio conoscitivo e di analisi, poi una proposta di piano da sottoporre al processo partecipativo e infine una relazione definitiva di piano, che conterrà anche le modalità e le fasi di attuazione del Pum stesso. Dopodiché, entro sei mesi dall’approvazione del Pum - che l’amministrazione intende portare in consiglio comunale entro giugno 2011 - dovrà essere realizzata la prima fase degli interventi strutturali.
I componenti del gruppo di lavoro per la redazione e l’attuazione del Pum saranno nominati dal direttore generale del Comune e dal Cda di Aim Vicenza e saranno in tutto quattro per il Comune (tre per il settore Mobilità e trasporti e uno per il dipartimento Territorio), tre per Aim Mobilità srl e uno per Aim Vicenza spa.
“Sottolineo il metodo di lavoro che noi assessori del territorio seguiamo da due anni e mezzo a questa parte – ha dichiarato Lazzari -, basato sul dialogo, sul confronto e la collaborazione continui. Ci accomuna una visione del territorio che non è a spot, ma unitaria e omogenea. Tutti gli strumenti pianificatori sono infatti coerenti tra loro e rispondono agli obiettivi che l’amministrazione si era posta inizialmente”.
“Sottolineo il metodo di lavoro che noi assessori del territorio seguiamo da due anni e mezzo a questa parte – ha dichiarato Lazzari -, basato sul dialogo, sul confronto e la collaborazione continui. Ci accomuna una visione del territorio che non è a spot, ma unitaria e omogenea. Tutti gli strumenti pianificatori sono infatti coerenti tra loro e rispondono agli obiettivi che l’amministrazione si era posta inizialmente”.
A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza
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