“Nel 2008 è stato scaricato sui sindaci e sulle amministrazioni comunali una responsabilità enorme che era quella sostanzialmente di sostituirsi al legislatore – dichiara l’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza a proposito della bocciatura da parte della Consulta della norma che affida ampi poteri di ordinanza ai sindaci - e questo è infatti quello su cui oggi punta il dito la Corte costituzionale. Ora pretendiamo quindi che intervengano il Governo o il Parlamento nel normare comportamenti che causano allarme sociale elevato ed incidono negativamente sulla qualità della vita dei nostri concittadini. Serve infatti un nuovo quadro normativo generale, in cui il tema della sicurezza urbana e della ‘sicurezza integrata’ siano affrontati in modo ampio, a partire dalla legge di riforma della polizia locale, ferma da due legislature in Parlamento, e da una legge che affronti, una volta per tutte il tema della prostituzione, decidendo se quella esercitata sulla strada sia lecita o meno”.
“Sul comparto sicurezza hanno tolto risorse in modo assolutamente deleterio a tutti i livelli – continua l’assessore -, per cui ora ci troviamo con armi spuntate a causa dell’inerzia del Governo sia dal punto di vista dell’impianto normativo-giuridico sia dal punto di vista delle risorse umane ed economiche. I cittadini dunque dovrebbero ora andare a bussare alla porta del Governo per chiedere azioni e interventi, perché oggi le risorse dei Comuni sono praticamente azzerate, mentre ministri e parlamentari sembrano più interessati a promuovere leggi ad personam piuttosto che a beneficio di tutti i cittadini”.
“Per noi il provvedimento della Consulta era largamente atteso – continua Dalla Pozza - perché fin dalla promulgazione della legge 125 del 2008 erano emersi molti dubbi sulla legittimità di un sistema che sostanzialmente scaricava sui sindaci compiti propri del legislatore. Noi ovviamente ce ne siamo serviti, anche se con molta cautela. Abbiamo infatti prodotto ordinanze in numero limitato e facendo molta attenzione alle tematiche, tant’è che nei ricorsi al Tar siamo sempre usciti vittoriosi”.
“La sentenza non ci sorprende, perchè largamente attesa, anche se ovviamente ci preoccupa – conclude l’assessore - perché alcuni dei comportamenti previsti nelle ordinanze, come quella ‘anti-accattonaggio’, sono già contemplati dal regolamento di polizia urbana. Ora, quindi, oltre a vedere come reagirà il Governo e come intenderà muoversi il Parlamento, noi stiamo già riflettendo sulla possibilità di trasporre nel regolamento di polizia urbana le norme che rischiano di essere illegittime, con i dovuti passaggi in Consiglio comunale. Tuttavia non potremo prevedere il profilo di responsabilità penale in capo a chi non ottempera al contenuto delle ordinanze, perché è una competenza riservata al legislatore. Potremo quindi limitarci a lasciare la sola sanzione pecuniaria”.
A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza
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