L’impianto di Grumolo sarà esaurito con il “residuo” delle Feste ma il suo raddoppio viaggia in ritardo
Per alcuni mesi la spazzatura sarà smaltita nel Polesine e all’inceneritore di Schio. E i costi saliranno
Da "Il Giornale di Vicenza" di Giovedì 31 Dicembre 2009, Cronaca, pagina 11, di Marco Scorzato
Emergenza rifiuti: adesso ci siamo. La discarica di Grumolo delle Abbadesse, che serve 45 comuni vicentini tra cui il capoluogo, è al capolinea. Quella nuova - sempre a Grumolo, a fianco dell’attuale - ancora non esiste. Non è nemmeno autorizzata. Così, la spazzatura dell’intero bacino Ciat, qualcosa come 250 tonnellate al giorno di “residuo secco”, dovrà emigrare, almeno temporaneamente: un po’ a Schio, all’inceneritore che serve l’Alto Vicentino; il resto in provincia di Rovigo, nella discarica Smart 3 a San Martino di Venezze. E i costi, giocoforza, sono destinati a lievitare.
DISCARICA COLMA. Tecnicamente la situazione attuale rientra tra quelle definite “emergenziali”. Con i rifiuti delle Feste l’impianto di smaltimento di Grumolo sarà colmo: esaurito dopo 10 anni di vita. Nel calendario della Provincia, competente con l’Ato in materia di programmazione, c’è una data segnata in rosso: 20 gennaio 2010. Dai conti fatti, sarà il termine ultimo per i conferimenti di rifiuti, stando ai ritmi attuali. Ma l’impianto-bis in quel di Grumolo, viaggia in ritardo: la sua attivazione richiederà ancora dei mesi, tra burocrazia e lavori. Per questo la Provincia ha fatto scattare il piano di emergenza. C’è solo una soluzione: portare i rifiuti “in trasferta”.
A ROVIGO PER L’EMERGENZA. Per prolungare la durata della discarica, e comunque per sopperire al vuoto infrastrutturale tra la fine del vecchio impianto e l’avvio di quello che verrà, gran parte dei rifiuti saranno portati alla discarica Smart 3, nel Rodigino. È un impianto in stato di liquidazione che si trova nella necessità di reperire rifiuti, onde evitare una chiusura anticipata che avrebbe implicazioni ambientali negative. Per traferire i rifiuti a San Martino di Venezze, tuttavia, la Provincia è in attesa dell’autorizzazione da parte del presidente della Giunta regionale che dovrà riconoscere lo “stato di emergenza” per il Vicentino. La Provincia ipotizza di conferire in quel sito, per tre mesi, 15 mila tonnellate di rifiuti, con punte di 150 tonnellate al giorno.
SCHIO IN AIUTO. E le restanti 100 tonnellate al giorno? È probabile che finiranno all’inceneritore di Schio. Già oggi il termovalozzatore riceve 12 mila tonnellate all’anno da Aim-Valore Ambiente, che da tempo ha dirottato parte dei rifiuti di Vicenza (oltre a quelli di Isola Vicentina). Sono in corso trattative con Ava, il gestore dell’inceneritore, per eventuali ulteriori conferimenti.
SI PAGHERÀ DI PIÙ. L’emergenza avrà una ripercussione economica, seppur contenuta. Secondo Renato Sperotto, presidente del Ciat, conferire a Rovigo costerà 80 euro a tonnellata, contro i 74 di oggi, cui si aggiungono un’ecotassa più alta -115 euro, contro i 104 - e i costi di trasporto. Spetterà ai sindaci stabilire se l’impatto finanziario rimarrà limitato ai bilanci comunali o si ripercuoterà in tariffa. In ogni caso, il “costo pubblico” cresce.
SLITTA LA NUOVA DISCARICA. L’incubo, per ora lontano, è di dover ricorrere in futuro alla discarica regionale di emergenza di S. Urbano, a Padova: a 150 euro a tonnellata, ceh salgono a 200 dopo sei mesi.Tutto dipenderà dai tempi di apertura del Grumolo-bis. In Provincia, l’iter autorizzatorio è in corso. Il verdetto della commissione Via (impatto ambientale) è slittato ai primi giorni del 2010. Poi l’Ato, per ora in stallo politico, dovrà decidere come affidare i lavori di costruzione dell’impianto.E su tutto pende come una spada di Damocle l’ipotesi di un ricorso al Tar del Comune di Grumolo. Che la discarica non l’ha mai digerita.
Nessun commento:
Posta un commento