Dal sito de "Il Giornale di Vicenza" del 27.12.2009
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/115031_lo_stato_regala_case_e_terreni_aeroporto_ed_ex_carcere_in_lista/
IL FEDERALISMO DEMANIALE. A palazzo Trissino attendono la pubblicazione del decreto Calderoli per poi avanzare le richieste al governo. Occhi puntati anche su palazzo Repeta, ex sede della Banca d'Italia. Allo studio la nascita di una società ad hoc per gestire le alienazioni
Lo chiamano "federalismo demaniale". Il meccanismo è descritto nel decreto approvato dal governo il 17 dicembre: lo Stato è pronto a cedere agli enti locali il patrimonio immobiliare in suo possesso non più utilizzato e privo di valenza strategica nazionale, a patto che Comuni, Province e Regioni presentino progetti di valorizzazione. A Vicenza qualche idea già ce l'avrebbero per rigenerare, ad esempio, il lato est del Dal Molin e l'ex carcere.
LA LISTA. Dell'elenco fanno parte anche aeroporti regionali, caserme, poligoni, beni soggetti e vincolo che non abbiano rilevanza nazionale. Promotore dell'operazione è il ministro leghista Roberto Calderoli, che vede «la fine alla "mano morta" ovvero il patrimonio abbandonato e improduttivo». La proprietà di questi beni «passa ai territori che hanno la competenza e la capacità di valorizzarli; le nuove entrate per Comuni, Province e Regioni, pertanto, non saranno più generate soltanto da nuove tasse, ma anche da una gestione moderna ed efficace di questi beni».
RIFLETTORI ACCESI. I cespiti che saranno trasferiti a titolo non oneroso da Roma alle amministrazioni periferiche saranno individuati con un decreto ad hoc. A palazzo Trissino non sono indifferenti a queste novità. Uno degli interrogativi circolati nel 2009, ad esempio, è quale futuro attenda palazzo Repeta, ex sede della Banca d'Italia in piazza S. Lorenzo. Da tempo è collocato tra i beni che la Banca d'Italia aspira ad alienare, ma non sono escluse sorprese tra un decreto e l'altro, e in Comune si tengono pronti ad avanzare candidature.
AEROPORTO E CARCERE. Una delle richieste che potrebbero essere inserite nel pacchetto di compensazioni per l'affaire Dal Molin riguarda proprio il trasferimento dallo Stato al Comune del settore est del Dal Molin, risparmiato dal cantiere per la base Usa. La partita non è priva di incognite: se da un lato è stato annunciato a più riprese il passaggio dell'area dal demanio militare all'Enac per ricostituire l'aeroporto civile, dall'altro non appare scontato che l'Enac ceda il complesso al Comune per aprire la strada alla creazione di un grande parco urbano. Meno problematico sembrerebbe invece il caso dell'ex carcere di S. Biagio: comunque vada a finire, il destino segnato dal Pat va nella direzione di una radicale trasformazione del polo a base di spazi museali, archivistici, residenziali e commerciali.
IL FONDO IMMOBILIARE. Nel frattempo, l'assessore al patrimonio Antonio Marco Dalla Pozza prosegue nella via tracciata ai tempi del mezzo flop della gara che metteva in palio anche l'ex ufficio del lavoro di via Torino. La svolta potrebbe essere la costituzione di un Fondo immobiliare gestito dal Comune in sinergia con società private, sul modello di Venezia. Dalla Pozza attende a breve la presentazione di un progetto strutturato.
Gian Marco Mancassola
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