IN REGIONE. Mercoledì a Venezia il progetto dell’impianto tratta-rifiuti va in commissione, prima della decisione finale
Wisco, in attesa della Via Ferrovieri in subbuglio
Domani sera una nuova assemblea alla media di via Carta con Tamino e gli assessori all’ecologia
Domani sera una nuova assemblea alla media di via Carta con Tamino e gli assessori all’ecologia
«No all’impianto tratta-rifiuti: è una minaccia per la salute di tutti». Oggi più che mai il grido d’allarme del Coordinamento contro l’impianto Wisco torna a farsi acuto: «nelle prossime ore», del resto, potrebbe giocarsi il futuro di una fetta consistente del quartiere dei Ferrovieri. I cittadini e le associazioni riuniti nel Coordinamento tornano ad urlare la propria opposizione al progetto dell’azienda di Monza - partecipata da Enel (51%) e Trenitalia (49%) - che vorrebbe realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti liquidi speciali, anche pericolosi, all’interno dell’Arsenale Fs. Un progetto che porterebbe da 50 a 250 le tonnellate di rifiuiti trattate ogni giorno nell’area di proprietà di Trenitalia che sorge nel ventre dello storico quartiere cittadino. Un progetto che spaventa la popolazione e che ha incontrato il no di tutte le istituzioni politiche locali, con la Provincia e il Comune che hanno più volte ribadito il loro parere contrario. A decidere, però, sarà la giunta regionale, chiamata ad esprimersi sulla richiesta dell’azienda, depositata ormai più di quattro anni fa.Ed è proprio guardando a Venezia che la cittadinanza vicentina torna ad intonare il suo «no» corale. Lo fa alla vigilia di un importante appuntamento in Regione: «Mercoledì 6 maggio si riunirà nuovamente la commissione Via per esprimere un ulteriore giudizio che potrebbe determinare la decisione finale della Regione», sottolinea il Coordinamento civico. Per l’occasione, il Coordinamento ha organizzato un’assemblea domani, dalle 20.30 nell’aula magna della scuola media di via Carta. È annunciata la presenza del biologo Gianni Tamino e degli assessori all’ecologia di Comune e Provincia. La vicenda Wisco tiene sulle spine i vicentini da circa quattro anni, da quando l’azienda di Monza - di cui oggi è amministratore delegato Stefano Piva - ha presentato il suo progetto di modifica e ampliamento dell’impianto esistente, per buttarsi nel business per cui è stata creata: il trattamento dei rifiuti liquidi industriali speciali, anche pericolosi. Da allora è partito un lungo iter amministrativo che, nella primavera scorsa, aveva portato ad un parere positivo da parte dalla commissione regionale Via, seppur con alcune prescrizioni. L’azienda ritiene di avere diritto ad ottenere - dopo il via libera tecnico della commissione - anche il semaforo verde politico dalla Giunta regionale.Ma l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso non ha mai portato in giunta la delibera. Anzi, ha chiesto che la Via riesamini il progetto, anche alla luce dei nuovi documenti, contrari all’impianto, presentati dal Comune di Vicenza e da Acque Vicentine. Wisco, da parte sua, ha fatto ricorso al Tar, contestando l’inerzia della Regione. Ma il contenzioso davanti al giudice amministrativo potrebbe essere superato dagli eventi tecnico-politici dei prossimi giorni. Il nuovo parere della Via potrebbe risultare determinante per gli esiti della vicenda. È ciò che pensa il Coordinamento. Non senza timori, visto che l’epilogo resta incerto. «Questa più che mai - concludono i leader della mobilitazione - deve essere l’ora dell’informazione e delle azioni di protesta». Con una speranza: che sia la politica, una volta, a togliere le castagne dal fuoco.
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