Ronde, pochi entusiasmi
e parecchio scetticismo
Vicenza pensa a volontari civici molto diversi da chi chiedeva “quanti soldi?” o voleva menare le mani
Da "Il Giornale di Vicenza" di Sabato 08 Agosto 2009, Cronaca, pag.12, di Antonio Trentin
Oggi le ronde. Anzi, no... Roma sforna il decreto del ministro leghista Roberto Maroni che istituisce ufficialmente - lui preferisce dire «regolarizza» - il volontariato all’insegna della sicurezza. Ma nel Vicentino - ad eccezione di Cassola, dove la neo-sindaca Silvia Pasinato e i suoi assessori saranno tra i primi rondisti ufficiali - per il momento non c’è traccia di concretezze operative. Che certo non sono una cosa da metter su in clima ferragostano, ma che neppure hanno attualmente, e neanche per i mesi a venire, precise prospettive annunciate né dai politici né dagli amministratori. Insomma: per il momento le ronde restano un fatto da polemiche nazionali e da grandi città. A Vicenza la linea è stata dettata dal sindaco qualche giorno fa, con una risposta preventiva anche all’annuncio di ieri del premier Silvio Berlusconi sulla prossima destinazione di un altro corposo contingente di soldati ai capoluoghi di regione e ai centri maggiori: «Le città non hanno bisogno di essere militarizzate, ma piuttosto di essere aiutate ad aumentare la sicurezza per chi vi risiede e lavora».Ronde? «Non ho preconcetti...» ha dichiarato Achille Variati, ma i Volontari per Vicenza - questo il nome già circolante da mesi - se mai ci saranno, dovranno avere un ruolo molto diverso da quello fantasticato agli inizi, cioè di mezzi pistoleri con la denuncia facile.
VICENZA CITTÀ. Antonio Dalla Pozza, assessore alla sicurezza, amplia così il Variati-pensiero in materia: «I volontari civici dovrebbero avere un’identità a metà tra Protezione civile e “nonni-vigile”: attenti non soltanto alla microcriminalità, ma anche a tutto il resto del degrado civico che rovina la vita ai cittadini: dai rumori allo scarico dei rifiuti. Di sicuro non vorremo mai vedere nelle ronde le due tipologie che per prime si sono fatte avanti mesi fa, quando il discorso è cominciato: quelli che per prima cosa hanno chiesto al Comune “ma quanto si prende?” e quelli che mostravano subito di aver voglia di menare le mani contro chi volevano loro. Abbiamo in mente due modelli che conosciamo: Assisi e Montecchio».
MODELLI POSSIBILI. Ad Assisi il “Gruppo volontari per la sicurezza”, che opera sotto il coordinamento del Comando della polizia municipale, ha fatto da precursore per molti già nel 2004: il Comune ha messo a disposizione un’auto di servizio, divise e cellulari; i volontari non intervengono direttamente, ma segnalano situazioni sospette alle forze dell’ordine; aiutano a governare una cittadina dall’impianto medievale dove San Francesco richiama 6 milioni di turisti-pellegrini all’anno. «È quello che abbiamo in mente per Vicenza...» spiega Dalla Pozza. A Montecchio Maggiore l’ex-sindaco del Pd Maurizio Scalabrin è stato a sua volta un precursore - e dalla sua esperienza riparte oggi l’Amministrazione Cecchetto di marca leghista - con il Gruppo per l’educazione civica, la risposta dal versante istituzionale alle prime idee esternate da Maroni, dalla Lega e dalla destra del Pdl: non giovanotti facili a infiammarsi e con la mira già puntata, ma gente esperta proveniente dalle associazioni delle forze di polizia.
L’OPPOSIZIONE ASPETTA. Se la giunta variatiana aspetta, altrettanto fa l’opposizione di centrodestra, che a livello nazionale è divisa tra l’entusiasmo della Lega e lo scetticismo del Pdl.Francesco Rucco, vicecapogruppo pideillino, sposta l’argomento («una cosa più leghista che nostra, anche se poi tra i primi ad applicarla sono i sindaci di sinistra») quanto meno al dopo-ferie: «Se fatte in una certa maniera, non improvvisate, con gente che ha fatto formazione, possono anche funzionare» dice delle ronde. Ma per ora la sua parte non ha intenzione di premere su Variati con atti ufficiali in consiglio comunale.Idem per la Lega Nord, peraltro, che è firmataria a Roma dell’idea, ma nelle periferie la traduce a corrente alternata, a seconda dei ruoli amministrativi ricoperti e delle prospettive da coltivare: il sindaco veronese Flavio Tosi, ipotizzato per la presidenza della Regione nel 2010, è per esempio uno dei convintissimi. A Vicenza, invece, Patrizia Barbieri, ex-assessore al “sociale”, conferma che non c’è nulla in vista: «Il tema non è stato ancora affrontato. Non sono in corso iniziative verso l’Amministrazione». Se ne riparlerà più avanti, insomma.
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