MONUMENTI. Sopralluogo della Sovrintendenza e del Comune nel chiostro utilizzato da scout e altre associazioni
A S. Biagio rischio crolli
L’ex convento è inagibile
La relazione dei tecnici: «Gravi carenze igienico-sanitarie e pericolosità di solai e coperture, che presentano un imminente rischio di cedimento»
Inagibile. Chiuso per rischio crolli. L’ex convento di S. Biagio, in pieno centro storico, sigilla i cancelli. Il complesso architettonico in riva al Bacchiglione non è più utilizzabile, nemmeno in parte, da scout e altre associazioni. Lo ha stabilito il settore Lavori pubblici del Comune dopo un sopralluogo condotto con gli esperti della Sovrintendenza.
LA DECISIONE. Il provvedimento firmato dal dirigente Giovanni Fichera è la conseguenza di una visita effettuata il 17 luglio alla presenza dell’arch. Rosa Di Stefano della Sovrintendenza ai beni architettonici. Il cuore della dichiarazione di inagibilità del chiostro del complesso di S. Biagio è contenuto in poche righe, laddove si denuncia «la pericolosità delle strutture, con particolare riferimento alle coperture e ai solai, che presentano il rischio di imminente crollo». Non bastasse, vengono anche rilevate «le condizioni statiche della struttura, le gravi carenze igienico-sanitarie nonché la pericolosità degli impianti». E allora «è doveroso prevenire ogni rischio per persone e cose». Di qui la dichiarazione: «Inagibile dal punto di vista strutturale». Gli avvisi sono stati appesi ai cancelli. Come conferma l’assessore al patrimonio Antonio Marco Dalla Pozza, nei prossimi giorni cancelli e recinzioni saranno rinforzati.
LE ASSOCIAZIONI. Il Comune è proprietario di un terzo del complesso, la parte più antica, coincidente proprio con l’ex convento. In Giunta è attesa una relazione anche per decidere il futuro di gruppi e associazioni che operavano nell’ambito del chiostro. Negli spazi oggi interdetti il Comune aveva concesso superfici e locali a una falegnameria e agli scout del Cngei, corpo nazionale giovani esploratori. L’assessore Dalla Pozza sta studiando una via d’uscita all’emergenza. Sono in corso contatti per valutare se almeno l’imbarcadero possa essere creato nelle vicinanze.
IL FUTURO. L’inagibilità dell’ex convento è l’ultimo atto di un declino inesorabile che negli ultimi anni ha subito un’improvvisa accelerazione. Era il 2006 quando, intrecciandosi alle notizie del ritrovamento di affreschi e altre opere d’arte sotto gli intonaci scrostati dell’ex carcere, dagli uffici di Aim veniva scattate le foto di cedimento del tetto all’interno del complesso. È la fine di una storia iniziata quasi cinquecento anni fa, quando lungo il fiume i frati francescani maturano l’idea di costruire il primo nucleo del monastero. Da un quarto di secolo, da quando cioè il carcere è stato trasferito a S. Pio X, il polo di S. Biagio è completamente abbandonato. Il Pat presentato a fine luglio ribadisce idea di trasformare questa fetta di città in una mecca culturale dove ospitare l’Archivio di Stato. Ma questa è urbanistica, baby: tra il dire e il fare, c’è una montagna di soldi.
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