PIAZZA CASTELLO. Decisione della Giunta Variati, che chiude la porta alla candidatura per un possibile acquisto
Torrione troppo costoso
Il Comune non lo compra
Secondo indiscrezioni il “prezzo” sarebbe stato fissato a 5 milioni di euro Nel 2003 la lettera d’intenti della vecchia Giunta. Ma non se ne fece nulla
Tramonta il sogno di far tornare a casa il torrione di porta Castello. Il Comune si chiama fuori una volta per tutte. La giunta Variati ha scritto la parola fine a una vicenda che si trascina da alcuni anni, almeno dal 2003, quando la giunta Hüllweck indirizzò alla proprietà una lettera d’intenti che avviava un possibile il dialogo. L’obiettivo era acquisire al patrimonio civico il monumento del tredicesimo secolo. Ma non ci sono i soldi.
GLI SVIZZERI. In tempi recenti era emersa la candidatura di un gruppo svizzero, riportando all’attualità le sorti della fortezza scaligera. Ne era seguita un’interrogazione di Massimo Pecori, capogruppo dell’Udc, che cercava di sondare le intenzioni dell’amministrazione comunale. E nell’ultima riunione di giunta sono state presentate perizie, analisi, stime, fotografie. La sentenza non ammette appello: operazione troppo costosa, al di là delle possibilità di un ente che deve fare i conti con un bilancio sempre più magro, tirato come la corda di un violino. Secondo indiscrezioni, il prezzo per acquistare il simbolo della Vicenza medievale e trasformarlo in un polo di attrazione per il pubblico sarebbe di 5 milioni di euro, opere di adeguamento strutturale comprese.
IL BILANCIO. «Al di là delle nostre possibilità, anche se fossimo entrati in un pool di acquisto con altri enti e altri investitori», si limita a confermare l’assessore al Patrimonio Antonio Marco Dalla Pozza, che chiude la porta all’operazione: «Ci sarebbe piaciuto molto, è un monumento caro a noi tutti, ma in questo momento non c’è proprio alcuna possibilità di investire cifre simili». Durante il governo di centrodestra era stata persino ipotizzata una permuta, scambiando il torrione con le ampie proprietà comunali in via Carpaneda, ai confini con Creazzo. Anche questa ipotesi, però, non si materializzò.
I PROPRIETARI. Il proprietario dell’edificio, l’architetto-ingegnere Enrico Pozzato, che nel 1999 l’aveva restaurato dopo decenni di abbandono e riaperto, non si nascondeva le difficoltà dei vicentini a compiere il grande passo. Commentando la notizia della candidatura svizzera, Pozzato aveva detto: «L’ho acquistato nel 1993, dopo cinque anni di lavori l’ho sistemato. Nessuno ha mai criticato il restauro. In questi anni, onestamente, è stato poco utilizzato. Ho provato anche a contattare per un eventuale acquisto enti pubblici e privati. Ma alla fine, nonostante qualche dimostrazione di interesse, non s’è concluso niente. Sarebbe stato l’ideale per il museo dell’oro».
LE PERIZIE. I tecnici comunali hanno corredato il dossier esaminato dalla giunta con planimetrie e fotografie. A scoraggiare gli amministratori è stata anche la disponibilità di spazi effettivamente utilizzabili per creare superfici commerciali o espositive. Con le mura spesse due metri e mezzo, alto nove piani (dei quali solo tre raggiungibili con l’ascensore), il torrione ha una superficie di 550 metri quadrati, dei quali circa 200 calpestabili. Ma soltanto un piano, il sesto, raggiungibile attraverso le scale, dispone di una superficie davvero appetibile per allestire eventi culturali, contando su circa 130 metri quadrati. La parola ora passa agli svizzeri?
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