lunedì 18 aprile 2011

La casa della solidarietà, un punto di riferimento provinciale per i malati e per le famiglie che condivideranno le sale del Comune in via Trissino

ASSOCIAZIONI. Inaugurata la sede dell'Aism (sclerosi multipla) e della onlus per l'Autismo



Da "Il Giornale di Vicenza" di Domenica 17 Aprile 2011, Cronaca, pagina 29, di Nicola Negrin



Un tetto per due. L'Aism, associazione italiana sclerosi multipla, di Vicenza e l'Autismo triveneto onlus trovano casa. Nella giornata di ieri è stata inaugurata la sede delle due associazioni che d'ora in poi condivideranno i muri e i locali dello stabile comunale in via Trissino 161. Il nastro è stato tagliato dall'assessore Antonio Dalla Pozza assieme ad Antonio Zanarotti, presidente dell'Aism di Vicenza, Antonella Tofano dell'Autismo triveneto e Eugenio Fantuz, direttore sanitario dell'Ulss 6.

«Il percorso che ha portato al recupero di questa sede – ha detto Dalla Pozzaè iniziato quando avevo la delega al patrimonio. Sono molto contento quindi che si sia completato il tutto». L'assessore ha quindi sottolineato i valori di condivisione che porteranno Aism e Autismo triveneto a lavorare fianco a fianco. «E' importante che queste due associazioni abbiano deciso di condividere la stessa sede – ha proseguito – e credo che questo comportamento sia in continuità con i valori di comunità che sono stati rinsaldati dall'alluvione». E ha aggiunto: «Voi siete la rappresentazione visibile di ciò che serve per andare avanti quando si è in difficoltà».

La sede è provvista di due sale, una delle quali sarà destinata a conferenze ed incontri. La struttura servirà come punto di riferimento per i malati della città e non solo. «Avere una casa è molto importante – ha spiegato Antonella Tofano - e rappresenta un punto di aggregazione e di identità. Qui potremo accogliere i genitori e proporre incontri». Autismo triveneto e Aism si spartiranno quindi i giorni, in modo tale da poter convivere sotto lo stesso tetto. «Siamo molto contenti di essere riusciti ad aprire una sede qui in città – ha affermato Antonio Zanarotti – poiché prima eravamo solamente a Rosà e quindi non potevamo coprire tutta la provincia. Ora, con questa nuova casa, possiamo diventare un punto di riferimento per i malati di sclerosi multipla. Si tratta di un deciso passo avanti per coinvolgere l'intera comunità».

«Senza associazioni – ha concluso Eugenio Fantuz – la sanità sarebbe tutta un'altra cosa. Mi complimento con voi per il lavoro che svolgete e per questa nuova casa che riuscirà a rendere più semplice la vita dei tanti malati».

mercoledì 13 aprile 2011

La scuola primaria “G. Giusti” pianta una quarantina di alberi

17 piante forestali, donate dal cantante dei Pooh Red Canzian e mantenute in vita per due anni da una classe di alunni, sotto la appassionata guida della professoressa Monica Porro, sono state piantate oggi dalla scuola primaria “G. Giusti”.Questa mattina alle 9, nella sede di contrà Santa Maria Nova, è stato piantato un albero di faggio, come simbolo dell’iniziativa, alla presenza degli alunni, dell’assessore all’ambiente Antonio Marco Dalla Pozza, della dirigente scolastica Paola Bortolan, e grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Civiltà del Verde, di cui era presente la presidente Romana Caoduro, che si è occupata dell’organizzazione e del pagamento del trasporto dei bambini, della piantumazione e della didattica.I bambini si sono poi recati al bosco del Quarelo nel quartiere di Sant’Agostino per mettere a dimora gli altri 16 alberi, più ulteriori 20 donati dall’associazione “Amici dei parchi”, alla presenza della presidente Luisa Manfredini.

"Ringrazio la scuola "Giusti", i bambini e la loro maestra Monica Porro per la bellissima iniziativa, e le due associazioni per il grande lavoro di educazione ambientale – dichiara l’assessore all’ambiente Antonio Marco Dalla Pozza -. I bambini hanno dimostrato di aver capito pienamente il valore della tutela della natura e della conservazione di un patrimonio di così grande importanza per l'ecosistema, come quello arboreo. Ho chiesto loro di diventare "guardiani della natura e degli alberi", e di contribuire così, assieme all'amministrazione ed alle associazioni di tutela ambientale, a mantenere intatto quel dono così prezioso che abbiamo, aiutandoci anche a valorizzare luoghi di bellezza incantevole come il bosco planiziale del Quarelo."
A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza

lunedì 11 aprile 2011

Mortale in viale della Pace: arrestato grazie ad un vigile fuori servizio il “pirata” della strada

Dalla Pozza: “Ora basta: norme più efficaci sui controlli della velocità e chi fugge sia considerato come l’omicida volontario”

E’ stato arrestato il pirata della strada che sabato sera in viale della Pace verso le 20.20 ha investito mortalmente il pakistano Naeem Iqbal, ventisettenne con regolare permesso di soggiorno. Si tratta di Francesco Frasca, operaio di 24 anni, residente a Bari ma domiciliato in città. Il giovane è stato individuato, rintracciato e arrestato dagli uomini di contrà Soccorso Soccorsetto grazie all’intuito e alla professionalità di un agente della polizia locale fuori servizio. Dovrà rispondere di omicidio colposo aggravato, fuga e omissione di soccorso. A bordo di una Audi A3 di coloro grigio che dalla periferia si dirigeva verso il centro città, dopo aver sorpassato le auto in coda alle strisce pedonali e travolto lo sfortunato pakistano che stava attraversando la strada con due amici indiani, l’investitore si era dato precipitosamente alla fuga. Uno dei conducenti sorpassati l’aveva inseguito per un tratto, ma era riuscito a prendere nota soltanto del modello dell’auto. La fuga di Frasca era proseguita lungo via Della Scola e strada di Bertesina, con manovre pericolose che avevano attirato l’attenzione di un agente della polizia locale di Vicenza, in quel momento fuori servizio. Notato che l’auto aveva lo specchietto retrovisore sinistro penzolante, il vigile aveva immediatamente rilevato il numero di targa. Ieri mattina, in comando, venuto a conoscenza del tragico antefatto (il pakistano è spirato al San Bortolo all’1.30 di domenica) l’agente ha subito collegato le due vicende per la coincidenza degli orari, dei luoghi, del tipo e del colore del veicolo. Le successive indagini hanno confermato l’ipotesi investigativa. Attraverso la targa l’Audi A3 è stata rintracciata in strada di Gogna e sottoposta a sequestro probatorio: riportava infatti numerosi danni alla carrozzeria, al parabrezza ed allo specchietto retrovisore sinistro, ancora penzolante, perfettamente compatibili con la dinamica dell’incidente e con i diversi frammenti rinvenuti sul posto, tra i quali il vetro dello specchietto retrovisore esterno sinistro. Con la collaborazione del proprietario del veicolo, che è un conoscente dell’investitore, Frasca è stato rintracciato alle 11.45 di ieri in un appartamento di corso Palladio. Inutile il suo tentativo di sottrarsi alla cattura nascondendosi ai piani superiori dello stabile. Per lui è scattato l’arresto per l’ipotesi di reato di omicidio colposo aggravato, fuga e omissione di soccorso. E’ stato quindi rinchiuso nel carcere di Vicenza come disposto dal pubblico ministero Barbara De Munari. In queste ore sono ancora in corso indagini per chiarire eventuali ulteriori responsabilità ed altri possibili reati.
A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza

Bilancio 2010 della polizia locale, Dalla Pozza: “Attività esemplare sempre a fianco dell’utenza debole e contro i comportamenti incivili”

Dopo lo stop della Consulta approfondimenti sulle tre ordinanze contro la prostituzione, la mendicità e il bivacco dei nomadi, “Aspettiamo risposte perché le esigenze dei cittadini rimangono”

La tutela dell’utenza debole della strada, l’assestamento dei controlli elettronici nella ztl, la lotta ai comportamenti incivili, il presidio della zona di Campo Marzo rappresentano le attività che hanno maggiormente impegnato la polizia locale nel corso del 2010, senza contare la straordinaria azione di aiuto alla popolazione colpita a novembre dall’alluvione.

Venerdì mattina i dati che traducono in numeri un anno di lavoro sono stati illustrati nella sede del comando dall’assessore alla sicurezza Antonio Marco Dalla Pozza, con il comandante Cristiano Rosini e tutti gli ufficiali della polizia locale: “La loro presenza – ha premesso l’assessore - sta a significare l’importante lavoro corale e complesso che il comando svolge egregiamente a partire dall’impulso dell’amministrazione, con la quale opera all’unisono. Il comando, infatti, ha recepito in maniera esemplare gli indirizzi dati, impegnandosi in una pluralità di attività che si stanno spostando sempre di più verso la sicurezza urbana, fortemente richiesta dai cittadini”.

Le violazioni del codice della strada, nel corso del 2010, sono state 70.370, contro le 66.940 verbalizzate nel 2009. Il 2010 è stato il primo anno nel quale sono state utilizzate per tutti 12 mesi le telecamere ai varchi della ztl : di qui l’incremento del 47% dei transiti abusivi, con 24.800 sanzioni contro le 16.886 del 2009, quando però l’occhio elettronico era stato acceso soltanto a partire dall’8 luglio. “A distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del sistema – ha commentato Dalla Pozzarileviamo che gli ingressi abusivi in ztl non calano, malgrado le sanzioni contro le quali, peraltro, quasi nessuno ricorre”.

L’anno da poco concluso è stato anche quello nel quale gli agenti sono stati impegnati in modo sistematico nella tutela dell’utenza debole della strada e in particolare dei pedoni, dei disabili, dei genitori con passeggini e carrozzine, dei ciclisti, con controlli puntuali in particolare agli attraversamenti pedonali. Proprio per questo motivo risultano aumentate del 24% le sanzioni per sosta sui marciapiedi (1742 rispetto alle 1410 del 2009) e del 32% quelle per sosta abusiva su spazi riservati agli invalidi (808 rispetto alle 614 del 2009). Particolarmente sanzionato, sul fronte della sicurezza stradale , è stato anche il passaggio con il rosso: 149 le multe contro le 77 del 2009, con un incremento del 94%. In calo, invece, il superamento dei limiti di velocità (300 sanzioni, rispetto alle 326 del 2009), non perché gli automobilisti siano più disciplinati, ma perché la norma ha reso estremamente difficile l’accertamento di questa infrazione. Sempre serrati, infine, i controlli per scoraggiare la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (158 le sanzioni, pari al 10% in più del 2009), l’uso del cellulare al volante (1240 multe contro le 1286 del 2009) e il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza (1311 sanzioni rispetto alle 1320 del 2009). In linea con gli incassi dell’anno scorso, la previsione di introiti da multe nel nuovo bilancio, si attesta sui 3 milioni e 395 mila euro, cifra che rischia una riduzione per mancati incassi dalle ordinanze sindacali messe in discussione dalla Consulta. La presentazione dell’attività della polizia locale è stata infatti anche l’occasione per una riflessione sul pronunciamento della Corte Costituzionale contro la norma che affida ampi poteri di ordinanza ai sindaci: “Aspettiamo risposte – ha ribadito l’assessore - come del resto tutti gli altri Comuni d’Italia. Non con i tempi del Parlamento, però. Ci aspettiamo infatti un cambio di marcia velocissimo, perché i cittadini sono abituati a venire da noi a chiedere risposte che non possiamo più dare se ci vengono tolti gli strumenti per intervenire”. Sono tre le ordinanze interessate allo stop della Consulta: quella contro la prostituzione dell’agosto del 2008, quella sul bivacco dei nomadi del novembre dello stesso anno e quella sulla mendicità dell’aprile del 2009, così come l’annunciata nuova ordinanza contro la prostituzione il cui presupposto giuridico era proprio la legge bocciata dalla Corte Costituzionale. “La strada che stiamo cercando di percorrere – ha aggiunto Dalla Pozza - è quella dell’inserimento dei contenuti delle ordinanze nei regolamenti, ma come prima cosa faremo tutti gli approfondimenti del caso, perché vogliamo che tale percorso sia giuridicamente sostenibile. A differenza di molti altri Comuni noi abbiamo scelto di usare le ordinanze sindacali con parsimonia, tanto che sono solo tre i provvedimenti a rischio. Tutte le ordinanze emesse sono sempre state accuratamente valutate in tutti gli aspetti di legittimità. A volte ci siamo anche rifiutati di raccogliere le sollecitazioni emotive della popolazione perché non c’erano i presupposti giuridici della richiesta. Ora va chiarito un dubbio: se la Consulta contesta una sorta di diritto comunale diverso da luogo a luogo, i regolamenti, benché approvati dal consiglio e non dal sindaco, potrebbero avere lo stesso tipo di problema. Per questo sarà opportuno interpellare, tramite la prefettura, il ministero dell’interno e gli uffici legislativi del governo e del parlamento. Quel che è certo è che le esigenze dei cittadini rimangono. Mi auguro che sia il parlamento a fare una riflessione definitiva, a partire dal tema della prostituzione sulla strada, che vanta 300 disegni di legge presentati nelle ultime due legislature senza mai essere discussi in commissione”.

Significativi, non a caso, sono i numeri del 2010 che riguardando le ordinanze sindacali contro i comportamenti incivili e molesti, “alla faccia – è stato il commento di Dalla Pozzadi chi ci ha accusato di aver messo in congelatore questi provvedimenti”. 733, infatti, sono state le sanzioni per violazione delle norme contro l’accattonaggio, con un incremento del 194% rispetto al 2009 quando erano state 278; 242 sono state le multe per l’ordinanza antialcol, il 69% in più del 2009 che aveva visto 143 sanzioni; in aumento anche i casi di ubriachezza molesta (70 sanzioni rispetto alle 46 del 2009) e contro chi bivacca (62 multe contro le 43 del 2009). In calo, invece, le multe per violazione dell’ordinanza contro la prostituzione: sono state 168 rispetto alle 271 del 2009. “L’anno scorso – ha ricordato l’assessore – è stato l’anno in cui abbiamo intensificato i nostri sforzi sull’area di Campo Marzo. Un impegno che continua anche oggi in modo stabile, con una pattuglia al mattino e una al pomeriggio in servizio a piedi e il contatto quotidiano con i molti esercenti della zona per monitorare esigenze e problemi”.

Nel corso del 2010 la polizia locale è stata inoltre occupata in modo consistente anche nei controlli notturni dei locali, anche in stretta collaborazione con le altre forze dell’ordine, come nel caso operazioni congiunte di viale San Lazzaro: 64 sono stati i pubblici esercizi multati per rumori, 14 quelli per apertura oltre l’orario consentito, 127 per altre irregolarità.

Imponenti infine, tra i tanti dati disponibili e il moltissimo lavoro “dietro le quinte”, i numeri relativi alle telefonate smistate dalla centrale operativa: nel 2010 sono state 154.930 contro le 122.099 dell’anno precedente, con un’impennata relativa ai giorni post alluvione, quando il centralino della polizia locale si è trasformato in un vero e proprio call center dell’emergenza.

In quei giorni il personale di contrà Soccorso Soccorsetto – ha ricordato l’assessore - si è particolarmente distinto, meritando anche un encomio del sindaco, per la presenza continuativa, lavorando anche 24 ore di fila senza risparmiarsi”.

L’amministrazione comunale – ha concluso Dalla Pozza - è estremamente soddisfatta dell’attività del corpo di polizia locale che ha saputo dare il massimo pur in una situazione di difficoltà continua determinata dal depauperamento delle risorse economiche ed umane. Nel 2010 abbiamo inserito 7 nuovi agenti, ma qui in 123 fanno il lavoro di 152. Non solo: quest’anno potremo contare su “Strada amica”, l’ultimo progetto finanziato dalla Regione, ma il taglio del 92% delle risorse sulla sicurezza da parte della Regione Veneto metterà alla carità gran parte dei Comuni, Vicenza compresa. Senza risorse aggiuntive non si va da nessuna parte. Il ministro Maroni e l’assessore Giorgetti dovrebbero cominciare a preoccuparsi davvero”.

A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza

Un percorso naturalistico risorgimentale ai piedi dei Colli Berici grazie all’iniziativa degli alpini di Campedello in occasione del 150° dell'Unità

Passeggiare alle pendici dei Colli Berici alla scoperta degli eventi storici vicentini dal 1848 al 1945, dei luoghi vissuti dal Fogazzaro, dell’ambiente floreale e della religiosità popolare del luogo. È quanto offre il sentiero lungo poco più di 7 chilometri che da Campedello sale verso Monte Berico per scendere poi in Riviera Berica, inaugurato domenica 10 aprile alla presenza di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: tra i promotori, il gruppo Alpini di Campedello, lo sponsor principale, la Cassa rurale ed artigiana di Brendola, gli sponsor tecnici, “Flying design” e “Adesso Web!”, gli assessori del Comune di Vicenza Ennio Tosetto (lavori pubblici) e Antonio Dalla Pozza (verde urbano) in rappresentanza dell’amministrazione comunale che ha appoggiato l’iniziativa, approvando a gennaio il progetto presentato dagli alpini e sostenendolo con un finanziamento di 3 mila euro. Hanno inoltre contribuito all’iniziativa Aim Valore Città, il gruppo Fidas donatori sangue di Campedello, il Museo del Risorgimento di Vicenza, e il comitato “Vicenza-Italia 150°” coordinato dal consigliere comunale delegato ai festeggiamenti per l’anniversario dell’Unità d’Italia, Marco Appoggi. Il percorso, che attraversa anche proprietà private, parte da Porta Monte (piazzale Fraccon) e utilizza la pista ciclopedonale Casarotto fino alla località Gallo, per proseguire poi lungo via della Rotonda. Da lì prosegue costeggiando l’oasi didattica della Valletta del Silenzio di proprietà del Comune di Vicenza, che si estende su un’area di 33.400 metri quadrati. Proseguendo per via Pergoletta, oltrepassata la roggia Ariello, il sentiero gira in una stradina privata per salire verso alcune aziende agricole e il colle di Monte Bella Guardia, dove si svolsero i fatti cruciali della battaglia del X giugno 1848. Seguendo la dorsale berica, il percorso scende verso il santuario di Monte Berico per poi salire verso Villa Guiccioli, passando così davanti al cenotafio eretto in ricordo dei caduti austriaci del X Cacciatori da campagna. Raggiunto il santuario il percorso scende verso la città passando per le 150 arcate dei portici del Muttoni e arrivando alla spianata del Cristo. Da lì il cerchio si chiude ritornando verso villa La Rotonda. Grazie al finanziamento della Cassa rurale, gli alpini hanno potuto corredare il percorso di dieci bacheche che illustrano in sette tappe la storia del luogo, specie dal punto di vista risorgimentale, ma anche i suoi aspetti naturalistici, religiosi e architettonici. Fatti storici importanti, del resto, hanno coinvolto fortemente le varie località attraversate dal percorso, sia nel periodo risorgimentale, sia nei due conflitti mondiali, al punto che gli eventi del 1848 e della seconda guerra mondiale hanno attribuito al Comune di Vicenza due medaglie d’oro al valor militare. Le bacheche inoltre sono dotate del codice QR (“Quick response”, risposta rapida) che, attraverso codici a barre bidimensionali leggibili dai telefoni cellulari, possono fornire ai passanti ulteriori informazioni in italiano, inglese e tedesco.

A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza


Immagine di Antonio Maddalena

Sicurezza, l’assessore Dalla Pozza sulla bocciatura della norma che affida ampi poteri di ordinanza

“Il Governo ha lasciato i sindaci senza risorse e con strumenti rotti”
Nel 2008 è stato scaricato sui sindaci e sulle amministrazioni comunali una responsabilità enorme che era quella sostanzialmente di sostituirsi al legislatore – dichiara l’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza a proposito della bocciatura da parte della Consulta della norma che affida ampi poteri di ordinanza ai sindaci - e questo è infatti quello su cui oggi punta il dito la Corte costituzionale. Ora pretendiamo quindi che intervengano il Governo o il Parlamento nel normare comportamenti che causano allarme sociale elevato ed incidono negativamente sulla qualità della vita dei nostri concittadini. Serve infatti un nuovo quadro normativo generale, in cui il tema della sicurezza urbana e della ‘sicurezza integrata’ siano affrontati in modo ampio, a partire dalla legge di riforma della polizia locale, ferma da due legislature in Parlamento, e da una legge che affronti, una volta per tutte il tema della prostituzione, decidendo se quella esercitata sulla strada sia lecita o meno”.

Sul comparto sicurezza hanno tolto risorse in modo assolutamente deleterio a tutti i livelli – continua l’assessore -, per cui ora ci troviamo con armi spuntate a causa dell’inerzia del Governo sia dal punto di vista dell’impianto normativo-giuridico sia dal punto di vista delle risorse umane ed economiche. I cittadini dunque dovrebbero ora andare a bussare alla porta del Governo per chiedere azioni e interventi, perché oggi le risorse dei Comuni sono praticamente azzerate, mentre ministri e parlamentari sembrano più interessati a promuovere leggi ad personam piuttosto che a beneficio di tutti i cittadini”.

Per noi il provvedimento della Consulta era largamente atteso – continua Dalla Pozza - perché fin dalla promulgazione della legge 125 del 2008 erano emersi molti dubbi sulla legittimità di un sistema che sostanzialmente scaricava sui sindaci compiti propri del legislatore. Noi ovviamente ce ne siamo serviti, anche se con molta cautela. Abbiamo infatti prodotto ordinanze in numero limitato e facendo molta attenzione alle tematiche, tant’è che nei ricorsi al Tar siamo sempre usciti vittoriosi”.

La sentenza non ci sorprende, perchè largamente attesa, anche se ovviamente ci preoccupa – conclude l’assessore - perché alcuni dei comportamenti previsti nelle ordinanze, come quella ‘anti-accattonaggio’, sono già contemplati dal regolamento di polizia urbana. Ora, quindi, oltre a vedere come reagirà il Governo e come intenderà muoversi il Parlamento, noi stiamo già riflettendo sulla possibilità di trasporre nel regolamento di polizia urbana le norme che rischiano di essere illegittime, con i dovuti passaggi in Consiglio comunale. Tuttavia non potremo prevedere il profilo di responsabilità penale in capo a chi non ottempera al contenuto delle ordinanze, perché è una competenza riservata al legislatore. Potremo quindi limitarci a lasciare la sola sanzione pecuniaria”.
A cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Vicenza

Sulle strade di Vicenza una strage senza fine

Purtroppo ci risiamo, tragicamente.

Per l'ennesima volta, ieri sera, una persona ha perso la vita a Vicenza mentre attraversava sulle strisce pedonali.

Per la seconda volta in otto giorni (la prima solo una settimana fa, in Viale Del Sole, con vittima un ciclista straniero) chi causa l'incidente è un "pirata" della strada, che fugge.

E come la scorsa settimana - "fortunatamente", se così si può dire nella disgrazia inaccettabile di una vita irrimediabilmente perduta, nel dramma di una famiglia che perde un marito o un padre o un figlio - il pirata della strada viene acciuffato e consegnato alla giustizia.

E qui viene il punto.

Ho visto con i miei occhi, ormai tanti anni fa, la scena di un incidente.

Ho visto due vite spezzate, coperte solo da un sudario bianco.

Ho visto i feriti, con lesioni gravissime che hanno impiegato mesi per essere sanate.

Ho visto le facce attonite dei sopravvissuti, attorno a lamiere contorte di auto irriconoscibili.

Ho visto gli occhi pieni di lacrime dei parenti delle vittime, tenuti a distanza dalle Forze dell'Ordine, che cercavano di avere notizie sui loro cari, con i cuori gonfi di angoscia.

Ho sentito le pietose bugie dei medici e degli infermieri.

E ho visto il viso di chi aveva causato quell'incidente, uscendo da una curva a gomito, di notte, su una strada provinciale, correndo a 120 Km/h, non riuscendo ad evitare un gruppo di persone ferme a dare soccorso ad una persona uscita di strada.

Alla fine, omicidio colposo plurimo, un paio d'anni di condanna (ad un incensurato non fanno poi tanto male) e un po' di problemi con la patente.

Ieri sera, su una strada della mia città, un pedone attraversa la strada sulle strisce.

Un automobilista si ferma per lasciarlo passare, mentre un'altra auto supera e falcia il pedone.

E qui torna il punto.

Credo che sia tempo che il legislatore faccia il suo dovere, e chiami chi compie questo tipo di azioni con il nome che merita.

Assassino.

Volontario.

Il legislatore, per punire alcuni abusi commessi da qualche comando di Polizia Locale in qualche piccolo Comune in crisi di liquidità, ha sostanzialmente tolto - con un garantismo che non fa bene a nessuno - la possibilità di rilevare efficacemente gli eccessi di velocità sulle strade urbane (tra i più pericolosi comportamenti per la sicurezza stradale), imponendo a chi fa i controlli di segnalare gli autovelox 400 metri prima con una segnaletica adeguata o tenendo i lampeggianti accesi. (E perchè non mettere anche una hostess, a fianco del cartello, che consegni una mappa agli automobilisti sull'esatto luogo della rilevazione?).

Su questo tema è stato commesso un errore, che per salvare il portafogli e la patente di qualche indisciplinato (poichè invece la maggior parte degli automobilisti non lo è), mette a rischio la vita di tante altre persone che sulle strade passano.

Ora il legislatore intervenga, prima che sia troppo tardi.

Rimuova le ottuse norme sui controlli di velocità, sanzionando per davvero chi commette abusi nelle rilevazioni, ma permettendo di tornare a rilevare con efficacia un comportamento pericolosissimo.

E, con l'occasione, consideri chi uccide un pedone sulle strisce pedonali, mettendo in atto comportamenti gravissimi come superare le auto ferme per dare la precedenza al pedone, e poi scappando, alla stregua di chi commette un omicidio volontario.

Solo così terminerà forse una mattanza continua, e che non ha pari in alcuna altra parte d'Europa.


Per parte mia, dopo tre anni di insistenza sui temi della sicurezza stradale, quella di stanotte è una mazzata difficile da digerire.

Dopo aver ordinato campagne di controlli mirati sugli attraversamenti pedonali, che mi sono pure costate insolenze privatamente rivoltemi da automobilisti scocciati dal dover rallentare di fronte ai pedoni, dopo aver dato un fortissimo impulso alla realizzazione degli attraversamenti rialzati (in particolare dove si erano verificati investimenti mortali, come in Corso San Felice, in Via Rodolfi, in Viale Trento, in Via Fratelli Bandiera), trovarmi ancora a dover redigere la tristissima contabilità dei morti in strada, è deprimente ed angosciante.

Non per questo intendo essere remissivo in questa battaglia, ma sono spinto ad intensificarla maggiormente.

A partire dalla valutazione di poter far costituire in giudizio il Comune di Vicenza nei procedimenti contro i pirati che mietono vittime sulle strade cittadine, al fine di ottenere un risarcimento da utilizzare o a favore dei parenti di chi ingiustamente muore, o per interventi di miglioramento della sicurezza stradale, comprese le lezioni che gli agenti di Polizia Locale tengono nelle scuole della città.

E' un messaggio in più che vorrei lanciare per far capire che sulle strade, quando si guida un'auto, non ci si deve mai dimenticare degli altri, in particolare di tutta quell'utenza "debole" che confida nel rispetto degli altri per poter circolare con sicurezza, e per sperare di poter tornare a casa, viva.