venerdì 23 ottobre 2009

Perchè sostengo DARIO FRANCESCHINI e ANDREA CAUSIN

Domenica 25 Ottobre si svolgeranno le elezioni primarie del Partito Democratico, alle quali mi sono candidato all’Assemblea Regionale per sostenere le candidature di Dario Franceschini e di Andrea Causin a segretario nazionale e regionale del Partito.

E’ un momento importante, di grande democrazia, al quale – al di là della preferenza sul candidato – auspico fortemente vogliano partecipare tantissimi vicentini.

Far partecipare gli elettori alla designazione del segretario di un partito può sembrare una scelta strana, in un Paese nel quale per fondare un partito può bastare salire sul predellino di un auto. Ma è una scelta fondamentale per far percepire il grado di democrazia che connota la grande organizzazione di cui faccio parte, e che non a caso si definisce “Partito Democratico”.

L’invito quindi ai nostri elettori, oltre che agli iscritti, è quello di far sentire forte la propria voce, in un momento fondamentale anche per il nostro Paese e per la nostra Regione, spazzando via – con il proprio libero voto – qualunque tentativo di ricreare un sistema correntizio tradizionale dentro al nostro Partito.

Ad un Governo che si divide perchè sta fallendo le risposte alla terribile crisi economica che vive il Paese, a chi immagina il nostro partito diviso, a chi distorce la realtà trasformando la normale competizione tra candidati – ciascuno certo con la propria declinazione dei temi, ma tutti fondamentalmente con in mente l’idea di rendere il PD più forte – va data una risposta secca: e questa può venire solo da una grandissima partecipazione al voto domenica prossima.

Ho deciso di sostenere Dario Franceschini alla carica di segretario nazionale perché, nei pochi mesi in cui è stato segretario, ha già potuto dimostrare le sue qualità, tenendo in piedi il Partito in un momento in cui la maggioranza di governo già lo dipingeva come prossimo all’implosione.

Ma lo sostengo soprattutto perché con lui mi sembra emerga meglio lo spirito che ha portato alla nascita del PD. Per me, che sono stato segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, sarebbe stato certamente più semplice appoggiare un candidato che provenisse dal mio stesso percorso, invece di sostenere un cattolico proveniente dalla Margherita.

Ma il Partito Democratico e questo congresso non sono stati fatti per contarci nuovamente, per sapere chi pesa di più tra coloro che provengono dai DS o dalla Margherita. Oggi aderiscono al PD tantissime persone che di quelle storie non hanno fatto parte. E il PD è nato per fondere culture tra loro diverse, accomunate dal profilo riformista e progressista, non per tornare ad un passato che non c’è più.

Certo, l’idea di votare un bravissimo dirigente dei DS, quale è stato l’altro principale candidato di queste primarie, mi fa venire un po’ di nostalgia per il passato, per il partito in cui ho militato. Ma quando ho scelto il PD ho pensato ad un’idea diversa di partito, a un partito che avesse vocazione “maggioritaria”, che aspirasse a rappresentare una larghissima parte del Paese, e non ad un partito che mi facesse ritornare al rischio dell’Unione, quella larghissima coalizione che andava da Mastella a Ferrero.

Oggi abbiamo bisogno sì di risalire la china del consenso elettorale, ma abbiamo anche necessità di dare una prospettiva lunga ad un Partito che abbiamo appena creato, e del quale stiamo costruendo giorno per giorno il vocabolario.

Questi sono i motivi per cui ho scelto Dario Franceschini. E per gli stessi motivi appoggio, in Veneto, la candidatura di Andrea Causin, oggi consigliere regionale, che ha già saputo dimostrare di avere grande conoscenza del nostro territorio, dei suoi problemi e delle sue eccellenze.

Ne ho potuto apprezzare in queste settimane le capacità di leadership e di coinvolgimento – nella individuazione di proposte innovative per la nostra Regione – dei giovani, delle donne, degli esponenti della società civile e dell’impresa.

Tutte doti che, a pochi mesi dalle elezioni, ci consentiranno di non partire da zero nella costruzione di una alternativa credibile di governo per la nostra Regione.

Finito questo congresso, comunque, considererò conclusa l'esperienza di appartenenza ad una "mozione": questo per non alimentare in modo alcuno la nascita di una logica correntizia interna al Partito. Chiunque vinca avrà il mio sostegno per continuare a far crescere il Partito Democratico e per dare un governo diverso e migliore all’Italia ed al Veneto.

Per raggiungere questi grandi obiettivi però servirà l’aiuto di tutti, a partire da una amplissima partecipazione al voto per le primarie di domenica.


Antonio Marco Dalla Pozza

Assessore Comune di Vicenza
e capolista per l’Assemblea Regionale collegio di Vicenza Sud per la "Mozione Franceschini"

lunedì 19 ottobre 2009

«Il lap dance è abusivo», il Comune fa denuncia

Al fine di prevenire facili ironie dei miei amici buontemponi (già arrivate in numero copioso...), preciso che non sono entrato e mi sono fermato col Comandante Rosini all'inizio della scalinata che scende poi alla porta di accesso del locale...

Da "Il Giornale di Vicenza" di Giovedì 15 Ottobre 2009, Cronaca, pag.14, di Gian Marco Mancassola

IL CASO. Per tre sere di fila i vigili hanno appurato l’assenza di autorizzazioni in Galleria Crispi

«Il lap dance è abusivo»
Il Comune fa denuncia

Variati: «Non possiamo disciplinare questi locali. Non è giusto» Esaminati i criteri per dare il via libera all’apertura di nuovi bar

C’era anche l’assessore alla sicurezza Antonio Marco Dalla Pozza alla guida di uno dei blitz messi a segno dai vigili nel lap dance abusivo della Galleria Crispi. «Ho controllato di persona con il comandante Cristiano Rosini e gli agenti della polizia locale l’assenza di autorizzazioni». L’assessore ha riferito ieri in giunta sul caso di “First Night”, il locale aperto in viale Crispi senza i dovuti nulla osta. La giunta ha quindi deciso di inviare una segnalazione alla Procura della Repubblica per avvio di attività senza autorizzazione. Dalla Pozza sottolinea che i controlli sono avvenuti per tre sere di seguito, il 9, il 10 e l’11 ottobre. La polizia locale ha verificato che il locale ha lavorato senza autorizzazione: soltanto oggi, infatti, la commissione sui pubblici spettacoli verificherà se l’esercizio rispetta o meno le prescrizioni imposte durante un primo sopralluogo. Di qui la decisione dell’amministrazione comunale di informare formalmente la magistratura. Il referato per lo sviluppo economico è detenuta dal sindaco Achille Variati, che durante il dibattito in giunta non ha mancato di rilevare i limiti di una normativa che lascia al Comune scarsi margini di manovra: «Nei giorni scorsi - commenta Variati - diversi cittadini hanno protestato per l'apertura di questo locale in una zona residenziale e di uffici. Comprendo bene la posizione di chi pensa che sarebbe meglio se una certa tipologia di attività fosse realizzata in aree lontane dalle case».«È comprensibile - prosegue il sindaco - che i cittadini si sentano minacciati nel loro diritto di dormire tranquillamente. Ma a chi mi chiede come è possibile che vengano date certe autorizzazioni, devo rispondere in modo chiaro: il sindaco non ha il potere, né ce l'hanno gli uffici comunali, di scegliere a quali attività dare il via libera. Per la legge, è sufficiente rilevare una licenza, avere le pratiche a posto e soddisfare alcuni requisiti, ad esempio quelli di sicurezza e di igiene. L'amministrazione non può neppure costringere chi voglia aprire un'attività a farlo in una zona diversa da quella desiderata. Credo che questo non sia giusto, perché sarebbe opportuno che il Comune potesse disciplinare in modo più efficace la distribuzione dei pubblici esercizi in modo da armonizzare la legittima voglia di impresa con le altrettanto legittime richieste di tranquillità dei cittadini». La giunta ieri ha esaminato anche i criteri di programmazione per il rilascio delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi bar e ristoranti. Il documento, le cui linee guida sono già state presentate alle associazioni di categoria, si accompagna al regolamento per il rilascio delle autorizzazioni e sarà licenziato dalla giunta la settimana prossima per l’invio al voto consiliare. Si prevede il via libera a nuove aperture di bar e locali.

giovedì 15 ottobre 2009

Dario Franceschini: "Segretario chi vince anche senza il 50%"

Dario Franceschini

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Dario Franceschini: "Segretario chi vince, anche senza il 50%"

"E' assolutamente sensata la proposta di Eugenio Scalfari che divenga segretario del Pd chi prende più voti alle primarie, anche se non ha la maggioranza assoluta. Sono d'accordo anch'io. Io ho sempre sostenuto che la scelta di affidare al popolo delle primarie la sovranità, cioè la scelta fondamentale dell'elezione del segretario, è un atto politico molto intelligente. Più gente voterà il 25 e più noi saremo forti nel fare opposizione.Mi fa piacere che Bersani riconosca che la sovranità è dei nostri elettori. E' assolutamente sensato che chi ha più voti divenga segretario anche se non ha maggioranza assoluta.Una volta che chiamiamo al voto centinaia di migliaia di persone siano esse un milione, due milioni o tre, se alla sera del 25 ottobre risulta che nessuno dei candidati ha il 50%, ma ha magari il 48 o il 47%, non possiamo dire loro 'scusate per il disturbo, non decidete più voi, decidono i 1.000 membri dell'Assemblea nazionale.Se abbiamo deciso di affidare la sovranità agli elettori, la scelta fondamentale di eleggere il segretario, dobbiamo rispettare la decisione: se uno ha, poniamo, il 48 e uno il 42, sarebbe impensabile che la maggioranza di quegli elettori non esprima poi il segretario"



Articolo di "La Repubblica"

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/partito-democratico-32/primarie-scalfari/primarie-scalfari.html?rss

La proposta lanciata da Eugenio Scalfari trova il via libera di due candidati
Ma il chirurgo non accetta: "No ad accordi, ci sono le regole che non si possono cambiare"

Pd, le primarie decidono il segretario
Sì di Franceschini e Bersani, no di Marino

Il segretario: "Non si chiedono i voti il 25 per fare l'ago della bilancia dopo...''

ROMA - Sarebbero potute bastare le primarie ad eleggere il nuovo segretario del Pd. Anche nel caso in cui il primo arrivato non avesse superato la soglia del 50%. La proposta lanciata da Eugenio Scalfari trova il via libera di Dario Franceschini e Pierluigi Bersani. Ma il "no" di Ignazio Marino fa saltare tutto. Se l'ex chirurgo avesse dato il proprio benestare, il 25 ottobre, per vincere, sarebbe bastato ottenere un voto in più degli altri sfidanti. E non, come prevede il pluricriticato Statuto del Pd, più del 50% delle preferenze. Adesso, se il vincitore non dovesse raggiungere questa soglia, la parola spetterà all'assemblea nazionale composta da 1000 delegati. Un passaggio Scalfari proponeva di abolire. Un'idea che a Franceschini era piaciuta: "Sono d'accordo con Scalfari, una volta che chiamiamo al voto centinaia di migliaia di persone, se alla sera del 25 ottobre risulta che nessuno dei candidati ha il 50%, ma ha magari il 48 o il 47%, non posiamo dire loro 'scusate per il disturbo, non decidete piu' voi, decidono i mille membri dell'assemblea". Poco dopo arrivava anche il via libera anche di Bersani: "E' chiaro che ogni delegato ha diritto ad invocare le regole dello statuto e non è che tre candidati possono cambiare le regole. Se, invece, parliamo di politica, non c'è dubbio che per quanto mi riguarda sono orientato a riconoscere la vittoria di chi prende un voto in più alle primarie". Ma quando toccava a Marino, tutto saltava. "Cambiare le regole delle primarie a meta' partita ricorda più le politiche di Palazzo che quelle del Pd che vorrei - dice il candidato segretario - Viene il sospetto che l'entusiasmo con cui Bersani e Franceschini hanno avanzato l'idea sia figlio di una logica di accordo sotterraneo fra pochi per scavalcare la democrazia dei tanti. Io non ci sto. Vinca il migliore". Ed ancora: "E'un'ovvietà politica che non era necessario sottolineare, dire che chi prenderà più voti degli altri avrà più chance di diventare segretario, non per accordi di potere ma per rispettare la volontà espressa dagli elettori". Ma, continua Marino, "fare questi accordi prima del 25 ottobre, quando i giochi sono aperti e nessun risultato può essere dato per scontato, significa assecondare ancora una volta quella logica delle correnti di cui sono vittime Bersani e Franceschini".
Parole ponderate a lungo. Da una parte perché Marino è un acceso sostenitore delle primarie, dall'altra perché il non andare all'assemblea avrebbe potuto levargli dalle mani la possibilità di essere "l'ago della bilancia" (per usare le parole di un sui fedelissimo come Goffredo Bettini) nella nomina del segretario. E c'è chi ricorda che solo il 5 ottobre Marino aveva proposto agli altri due sfidanti "una dichiarazione comune per accettare, "qualunque esso sia", il risultato delle primarie. Sarà per questo che Franceschini, maliziosamente, lo attacca: "Ignazio, non hai sempre detto che il popolo delle primarie e' sovrano? Non si chiedono i voti il 25 per fare l'ago della bilancia dopo...''.
(14 ottobre 2009)

martedì 13 ottobre 2009

I candidati della mozione Franceschini a Vicenza

Per l'Assemblea Nazionale, candidato segretario DARIO FRANCESCHINI:

1) Daniela Sbrollini
2) Federico Formisano
3) Stefania Frizzo
4) Pierangelo Cangini

Per l'Assemblea Regionale, candidato segretario ANDREA CAUSIN:

1) Antonio Marco Dalla Pozza
2) Marina Petroni
3) Filippo Carpanese
4) Giulia Mitrugno
5) Claudio Veltroni
6) Eleonora Bertin
7) Gerardo Muraro
8) Laura Guidolin
9) Giuseppe Aquino
10) Marina Cenzon
12) Luciano Prospero

QUANDO SI VOTA
Domenica 25 ottobre dalle ore 7.00 alle ore 20.00 (attenzione! torna l’ora solare).

CHI VOTA
Pos­sono votare tutti i cittadini in pos­sesso dei diritti di voto (tes­sera elettorale). Votano anche chi ha compiuto i 16 anni (documento di identità). Inoltre pos­sono votare anche gli studenti fuori sede e gli extracomunitari in pos­sesso di permesso di soggiorno.

COME SI VOTA
Il voto si esprime tramite e soltanto attraverso un unico segno tracciato su una delle liste dei candidati. Non è pre­visto voto di pre­ferenza.

SI PAGA PER VOTARE?
Sì. Ad ogni elettore è richiesto un contributo di 2 euro (quote superiori sono facoltative) a fronte del quale si riceve copia di ricevuta del versamento.

CHI BISOGNA VOTARE
Occorre dirlo? Dario FRANCESCHINI e Andrea CAUSIN, naturalmente!!

Mettiamo l’ambiente nel cuore del Veneto


Il PD Veneto, con Andrea Causin segretario regionale, può e deve porsi l’obiettivo di essere la più grande forza ecologista italiana ed europea. Così sarà più forte e credibile nel candidarsi a governare la Regione Veneto.

METTIAMO L’AMBIENTE NEL CUORE DEL PD
PER USCIRE DALLA CRISI ECONOMICA E
DARE UN FUTURO ALL’ITALIA!

Il Veneto, oltre a presentarsi come una delle regioni più industrializzate d’Italia, è anche tra le aree maggiormente urbanizzate: il patrimonio edilizio regionale ad uso residenziale si aggira sui 560 milioni di metri cubi, corrispondenti a ben il 22% del totale italiano. Si tratta per lo più di costruzioni che hanno visto oltre 40 anni di storia.
Gli edifici giovani, costruiti cioè dopo il 1982, sono infatti solo il 19% del totale. Per il resto, il 40%
degli edifici è stato costruito prima del 1961 e il 15,5% di questo risale a periodi antecedenti al
primo conflitto mondiale. Al loro fianco, si contano numerose le abitazioni nate tra il ’62 e l’81 (il
41% del totale) quando, con il boom economico italiano, anche il Veneto ha investito sul mattone.
La superficie media di un alloggio risulta essere di 110 metri quadri, il consumo annuale di energia si attesta sulle 1,6 Tep (Tonnellate Equivalenti Petrolio) per ogni alloggio, circa 170 kWh al metro quadro annui: questi consumi renderanno impossibile partecipare agli obiettivi del Protocollo di Kyoto, e quindi a risparmiare energia, produrre meno emissioni inquinanti e spendere meno denaro in inefficienze.
Il compito di adeguare il parco edifici del Veneto alle esigenze di un’Europa sempre più attenta al
valore dell’energia spetta alla politica veneta, che deve impegnarsi verso uno sviluppo economico
che veda crescere anche la qualità della vita dei cittadini Veneti.
La “rivoluzione energetica” su cui si sta impegnando l’Europa con l’accordo sul clima che impone
ai paesi membri il 20% di riduzione delle emissioni di CO2, il 20% di risparmio energetico e il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili per il 2020, non solo è indispensabile per fare bene la parte che ci compete come Paesi industrializzati nella lotta ai cambiamenti climatici, ma è anche una grande frontiera di innovazione tecnologica, di competizione economica, di industrializzazione.
L'ambiente deve contare nell’agenda della politica italiana e veneta. Perché l’ambiente non è una politica tra le altre: è un valore, un interesse generale cui ispirare tutte le scelte della politica, e rappresenta una straordinaria opportunità per l'economia.
Siamo nel pieno di una grave crisi economica globale, che si intreccia con quella climatica ed ambientale. Per affrontare la crisi – affiancando alla difesa dei più deboli che perdono il lavoro e delle imprese in difficoltà la scommessa sull’innovazione e sull’economia del futuro – anche l’Italia deve puntare sulla green economy. Una nuova economia verde capace di produrre più ricchezza con meno consumo di energia e di materie prime, riducendo le emissioni inquinanti per salvare il clima.

alla green economy come risposta alla crisi economica e climatica e come motore di sviluppo,nuova occupazione, innovazione tecnologica, nel quadro degli impegni europei “20-20 20” e degli accordi internazionali per il clima.

all’edilizia di qualità, al risparmio energetico, alla sicurezza antisismica. Il credito di imposta del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio deve divenire permanente e va esteso alla sicurezza antisismica. Va avviato un piano di investimenti per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici pubblici.

ad un Piano Casa che NON apra una nuova stagione di cementificazione ed espansione degli insediamenti residenziali, commerciali e produttivi, ma che punti alla riqualificazione degli edifici secondo i più recenti protocolli di sostenibilità energetica ed ambientale.

a misure per ridurre la produzione dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata puntando sul “porta a porta” per raggiungere l’obiettivo del 65%, realizzare gli impianti necessari per il trattamento, lo smaltimento, il recupero di materia e di energia.

No al nucleare, pericoloso e costosissimo, NO a rilanciare il nucleare di vecchia generazione nel territorio veneto, che prefigura la militarizzazione delle aree destinate ad ospitare le centrali, e scarica i costi ambientali ed economici di questa scelta sui cittadini.
a una riforma fiscale regionale che incentivi le produzioni e comportamenti ecologici, alleggerisca il prelievo su lavoro e imprese, scoraggi lo spreco di materie prime e le produzioni più inquinanti.
a fondi di rotazione, l’utilizzo di fonti rinnovabili per la compensazione e la produzione di energia elettrica direttamente dalle aziende.

ai bilanci ambientali e agli acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni.

Si deve incentivare il trasporto pubblico con un piano di mobilità regionale, predisponendo collegamenti veloci dai centri alle periferie venete, dando un impulso all’economia e riducendo i consumi di energia.

alle reti di mobilità sostenibili, valorizzando le reti esistenti molte volte sottovalutate. Puntare a combustibili alternativi, ed incentivare ticket di trasporto pubblico per chi lavora.

alle opere utili. La più grande opera pubblica necessaria al Veneto è la messa in sicurezza del territorio minacciato dal dissesto idrogeologico, insieme alla modernizzazione delle reti ambientali ed energetiche: acquedotti, reti fognarie, depurazione.
È necessario ripristinare i fondi per le infrastrutture e consentire agli enti locali di aprire subito i cantieri per piccole e medie opere di riqualificazione del territorio e delle città, per la manutenzione di scuole, ferrovie e strade.

Non occupare altro territorio e riqualificare l’esistente deve diventare una modalità per fare diventare più bello il nostro Veneto.

alla tutela e alla piena valorizzazione del paesaggio. Occorre proteggere la grande biodiversità del nostro patrimonio naturale, le coste e il mare, i parchi, impareggiabili ricchezze culturali, identitarie, economiche.

a buone politiche per la scuola, la cultura, la ricerca. C’è bisogno di più ricerca scientifica, anche per conoscere sempre meglio le dinamiche e i limiti degli equilibri ecologici e per promuovere un uso sostenibile, non predatorio, delle risorse naturali.
Serve più scienza, una scienza che a partire da un rafforzamento del ruolo delle istituzioni scientifiche pubbliche persegua l’interesse generale e non il vantaggio di pochi.

domenica 11 ottobre 2009

Pd: Veltroni, "votero' Franceschini"

11 Ottobre 2009 21:34 POLITICA

MILANO - Alle primarie Walter Veltroni votera' Dario Franceschini. Lo ha detto a "Che tempo che fa". "Solo Dario Franceschini - ha affermato Veltroni - puo' evitare che il progetto del Pd si infranga".

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Politica/Veltroni-votero-Franceschini/11-10-2009/1-A_000053178.shtml

Dario Franceschini: "Mi sono ricandidato perché il Pd vada avanti"


L'intervento di Dario Franceschini
alla Convenzione nazionale 2009

"Guardando le facce di tutti voi che siete presenti, mi viene in mente che abbiamo fatto tanta fatica e tanta strada per arrivare fino a qui. Siamo un partito nel suo significato più autentico della parola. Un partito, una parola di cui non vergognarsi perché il suo significato trasmette energia e spirito di appartenenze alla stessa storia”. Così ha introdotto la propria relazione Dario Franceschini, segretario del Pd, alla Convenzione nazionale 2009.

La politica sotto pelle. Ricordando tutte le persone che lo avvicinarono nei giorni della scelta di traghettare il partito dopo le dimissioni di Veltroni, Franceschini ha voluto ribadire che il suo non fu né un sacrificio, né un atto di coraggio. “Fu la cosa migliore che potesse capitare a uno che come me sente la politica sotto la pelle”. Una scelta di onore e orgoglio più grande proprio perché presa in un momento dove tutto sembrava così difficile. Del resto la vita politica è fatto proprio di momenti di avanzata e momenti di ritirata. Così come, durante le scorse elezioni europee, c'era la necessità di fermare le avanzate della destra e impedire la ritirata del Pd. “Oggi siamo qua perché in quei giorni fu fatto un passo avanti, ovvero di restare uniti quando tutto sembrava girarci contro. E abbiamo fatto bene a non rimandare il congresso e le primarie dando prova di grande maturità collettiva”. Due garanzie durante il congresso. Due dovranno essere le garanzie che saranno rispettate dal Pd. La prima è che “chiunque sarà il segretario eletto, dal 26 ottobre, avrà il sostegno di tutti. Io farò così e, qualora venissi confermato segretario, le prime persone che chiamerò a lavorare con me saranno proprio Pier Luigi Bersani e Ignazio Marino”. La seconda garanzia è quella di parlare sempre con un'unica voce anche al di fuori dal Pd. “Il ruolo del Pd è quello di fare opposizione. I nostri non ci capirebbero se il nostro impegno fosse solo concentrato sul congresso. Quindi basta andare sui giornali per strappare titoli che riguardano la nostra litigiosità e non per avanzare proposte e per rispettare il nostro ruolo di opposizione”.

La crisi e la ripresa. “Nei viaggi lungo il Paese ho incontrato un'Italia fatta di disperazione, di drammi e di paure che la Tv non mostra. Il governo occulta la crisi e non adotta nessuna misura per contrastarla. La crisi finirà, dicono, vedete di cavarvela”. Tutto questo alimenta tensioni sociali che vengono cavalcate accendendo o spegnendo i riflettori. Quindi il governo li accende sulla politica fatta da spot a L'Aquila e li spegne quando alcuni precari della scuola salgono sui tetti solo per chiedere di essere ascoltati e che qualcuno si occupi di loro”. Per Franceschini è giunto il momento di dare alcune gerarchie alle difficoltà che vive il Paese e che il Pd deve affrontare. Al primo posto c'è la povertà assoluta, “quei 3 milioni di persone che non ha di che vestirsi o mangiare”. Quindi ci sono il milione e ottocentomila lavoratori precari che a breve perderanno il loro posto di lavoro senza alcuno ammortizzatore sociale. Al terzo posto i redditi e le pensioni basse che dovranno essere affrontati attraverso misure che garantiscano soglie minime salariali e la defiscalizzazione delle tredicesime. Il settore dove fare il maggiore investimento sarà la Green Economy. Per questo Franceschini ha lanciato due proposte immediatamente applicabili: il taglio completo per tre anni delle tasse per tutte le nuove imprese che investano interamente nella Green Economy e un piano di riqualificazione degli edifici pubblici basato sul risparmio energetico e le energie alternative. Un piano al di fuori del patto di stabilità.

Opposizione e anti-italianità. “È necessaria maggiore chiarezza sul modo di fare opposizione” ha dichiarato il segretario del Pd. “Dobbiamo uscire dal rito dell'anti-berlusconismo che rischia di sfociare in anti-italianità che, come ha dichiarato oggi il premier, 'sputtana il Paese'. Io non so cosa sia anti-berlusconismo ma so cosa ci chiede il nostro popolo: di non fare errori come quello recente dell'assenteismo in Aula e, soprattutto, di fare più opposizione. Ma ribellarsi ai tagli sulla scuola significa essere anti-italiano? Dire che lo scudo fiscale è uno schiaffo per i cittadini onesti significa essere anti-italiano? Dire che le ronde e il reato di immigrazione clandestina sono una vergogna significa essere anti-italiano? Difendere il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale e la libertà di stampa significa essere anti-italiano? Definire ominicchio chi offende Rosy Bindi e le donne italiane significa essere anti-italiano?”Basta snobismo, salotti e punte di penna di editorialisti. Dobbiamo consegnare alle prossime generazioni tutte le libertà intatte senza che nessuno possa domandare tra 20 anni: “dove era l'opposizione?”.

Non tornare indietro. Il Pd ha vissuto due anni di vittorie e sconfitte. La stessa cosa la vivrà il prossimo segretario ma ora occorre eliminare la malattia innata che vuole che ogni volta ci sia una sconfitta si rimetta in discussione tutto il progetto. Per questo non dobbiamo tornare indietro su alcuni punti essenziali.“Non si torna indietro sulla scelta del sistema bipolare e di alternanza di governo, unica conquista ottenuta con la collaborazione dei nostri avversari. Di tattica si muore! Senza alcun ritorno di centrismi che alla fine ci costringerebbero altri 35 anni di opposizione”.“Non si torna indietro sul sistema delle alleanze. Anzi occorre subito sbugiardare il falso federalismo voluto da Bossi e Berlusconi che si scambiano le presidenze di Regione come se giocassero a figurine. Le alleanze si faranno con un patto di lealtà verso gli elettori, luogo per luogo, e non sul collante dato dall'avversario. Quindici sigle da Mastella a Diliberto? No, abbiamo già dato!”.“Non si torna indietro sulla scelta di un partito aperto. Senza contrapposizioni tra iscritti ed elettori. Valorizzando la militanza, nostro grande patrimonio che garantisce il radicamento vero ma aprendo a tutti coloro che, nel 2009, hanno tanti modi di fare politica. La forza degli elettori è una risorsa di cui non privarsi”."Vorrei dire a Massimo D'Alema che i primi a rispettare l'esito delle primarie saranno gli iscritti che continueranno ad amare il partito indipendentemente da chi vince. Alla forza degli iscritti dobbiamo saper aggiungere la forza degli elettori, e i primi a volere questa apertura sono proprio gli iscritti. Se ai 450 mila iscritti che hanno votato nei circoli si aggiungeranno un milione o un milione e mezzo di elettori, allora le primarie daranno più forza al segretario e più forza al Pd. Se io sarò confermato segretario non toglierò al popolo delle primarie il diritto di eleggere il segretario del Pd".“Non si torna indietro sul fatto che il Pd sia un grande partito in cui sappiano convivere le diversità. Le diversità vanno rispettate senza indossare alcuna gloriosa casacca dei partiti del 900. Vince la sfida della sintesi, il bello del fare politica. Occorrerà votare anche sui temi più scomodi e difficili come quello del testamento biologico dove 'sul se e sul come lasciarsi morire' la scelta sarà sempre della persona, dei suoi familiari e dei medici. Lo Stato resta fuori!”.

Cambiare il Paese. “Il Pd è nato per cambiare il Paese. Una missione collettiva che significa anche condurre battaglie scomode, dicendo anche cose scomode senza fare calcoli sul consenso. Questo significherà investire sul merito per rompere il sistema delle caste andando contro alcuni poteri forti. Per fare questo dovremmo essere credibili, rigorosi e inattaccabili”.“Mi sono ricandidato perché il Pd vada avanti, con il coraggio di battere le nostalgie che stanno dentro di noi, senza vivere di soli ricordi. Spetta a noi il compito di farlo vincere”.

Veltroni: "Dario può evitare che il riformismo si infranga"

"Ho una grande fiducia e stima in Dario Franceschini che ha una virtu' rara in politica, la lealta', e puo' evitare che l'idea di un grande partito riformista si possa infrangere. Io ancora spero che il sogno del Pd si realizzi e penso che il 25 ottobre sia una data importantissima nella quale in tanti andranno a votare in una prova di vitalita' democratica di cui credo ci sia particolare bisogno in questo paese. Le dimissioni mi hanno provocato un grande dolore e una sensazione di ingiustizia, ma mi ero reso conto che non c'erano più le condizioni per realizzare cio' che ero stato chiamato a fare. Penso che sia giusto che si sviluppi una dialettica nuova e perciò ho fatto un passo indietro. Ma senza rancori: sono l'esempio di come si possono dare le dimissioni ma senza sbattere la porta".

venerdì 2 ottobre 2009

Rifiuti: nuove multe da parte degli agenti di polizia locale in borghese

Cinque nuove multe negli ultimi giorni per rifiuti conferiti in modo scorretto o da persone che non risiedono nel Comune di Vicenza. La notizia è dell’assessorato alla sicurezza e all’ambiente del Comune di Vicenza.
Complessivamente, dall’inizio dell’anno, sono stati undici i verbali elavati dai vigili in tema di rifiuti, ma si tratta di multe tutte concentrate negli ultimi due mesi, cioè da quando la polizia locale ha attivato uno specifico servizio di controllo in borghese.
Nel dettaglio, sette sono le multe date a non residenti scoperti a lasciare la spazzatura nei cassonetti cittadini, tre quelle relative a cittadini che non hanno eseguito la raccolta differenziata e una per sacchetti abbandonati fuori dal cassonetto. In un caso il multato non residente a Vicenza è stato identificato grazie alla corrispondenza gettata nella spazzatura controllata dai vigili.
In parallelo all’avvio di nuove modalità di raccolta dei rifiuti - commenta l’assessore alla sicurezza e all’ambiente Antonio Dalla Pozza - come nel caso della plastica in centro storico e con il porta a porta ad Ospedaletto e Anconetta, abbiamo ritenuto opportunto e doveroso aumentare i controlli, anche in borghese, sulle modalità di conferimento della spazzatura, iniziativa peraltro ampiamente annunciata. Il problema dei rifiuti riguarda tutti, perchè c’è un costo che la collettività deve sostenere per smaltirli, e con la collaborazione di tutti vorremmo che la nostra città raggiungesse i livelli dei Comuni più virtuosi. Proseguiremo quindi con i controlli degli agenti di polizia locale in borghese, come misura di equità verso chi quotidianamente smaltisce correttamente la spazzatura, impegnandosi nella differenziazione dei rifiuti”.

Ecco la coerenza della Lega in tema di prostituzione...

Prostituzione, Dalla Pozza: “Invece di fare video, la Lega pretenda una legge”

L’assessore alla sicurezza Antonio Dalla Pozza interviene sul caso del video sulle prostitute di Vicenza, realizzato e messo on line dalla sezione vicentina della Lega Nord: “Pur essendo al governo del Paese – dichiara Dalla Pozzaal di là dell’azione di denuncia e a limitarsi a far vedere qualcosa che ancora non va, la Lega non propone nulla di nuovo. Noi per primi siamo perfettamente consci e abbiamo sempre detto che lo strumento dell’ordinanza funziona fino a un certo punto. Con 290 multe elevate dalla sua introduzione, il nostro provvedimento ha prodotto un notevolissimo calo delle prostitute sulle strade cittadine: secondo i dati della polizia locale da circa 120 a sera sono diventate una quarantina. Invece di girare filmini voyeuristici, la sezione cittadina della Lega Nord farebbe meglio a sollecitare il proprio ministro dell’Interno a risolvere con un provvedimento legislativo il problema della prostituzione sulla strada, che oggi grava esclusivamente sulle spalle dei Comuni e delle forze dell’ordine”.
Lega di lotta e di governo... Ma mi faccia il piacere!
Allora qui a Vicenza, dove governa il PD, la Lega di Sandoli (ossessionato dalle prostitute, pare...) gira con la telecamerina per fare filmini notturni, mentre nel milanese va alla ricerca di una "soluzione nazionale"...

Pubblicato da Andrea Corti su 8 Settembre 2009

E’ stata confermata per il 18 settembre la grande manifestazione inter-provinciale organizzata dalla Segreteria Martesana su iniziativa del Segretario Cittadino di Pieve Emanuele del Carroccio Pier Paolo Antonelli . Si tratterà di una fiaccolata alla quale saranno presenti numerosi esponenti politici di primo piano come l’On. Mario Borghezio, l’On. Marco Rondini, il Sen. Roberto Mura e l’Assessore all’Urbanistica e Territorio della Regione Lombardia Davide Boni. E’ prevista inoltre la presenza di numerosi Sindaci dei Comuni interessati alla problematica, tra i quali hanno già confermato la loro presenza Rocco Pinto per Pieve Emanuele, Ettore Fusco per Opera, Giuseppe Brusadelli per Casarile, Vito Bellomo per Melegnano. Devono confermare la loro presenza i Sindaci di Carpiano, Landriano, Locate Triulzi, Lacchiarella e Binasco. L’evento, che sicuramente avrà un grosso eco mediatico, vista la conferma della partecipazione di alcune emittenti televisive che lo documenteranno in diretta, ha lo scopo di portare alla ribalta una problematica ormai diventata insostenibile per i Cittadini che si affacciano sulle grosse arterie del sud-milano (la Sp.Nuova Vigentina, la Sp. Binasca e la Sp. Valtidone). E in questi giorni in tutti i Comuni del sud-Milano e alto-Pavese il Carroccio stà dando grosso risalto a questa iniziativa. “Il problema è grave ed è trasversale, afferma Antonelli. Per una volta su una problematica così seria mi piacerebbe riunire tutte le forze politiche che sono naturalmente invitate a portare il loro contributo a questa manifestazione. Non si tratta di polemizzare sul perché e su come si è giunti a questa situazione ma è necessario che le istituzioni sentano la nostra voce e si organizzino di conseguenza. Il Parco Agricolo Sud Milano tutelato da ogni interesse lottizzatorio ma anche da un fenomeno, la prostituzione, che, indipendentemente dalle cause, offre ai nostri Cittadini uno spettacolo squallido al quale posto immediato rimedio. Io credo che tutte le forze politiche, prosegue Antonelli, siano concordi su questi punti ed è per questo motivo che auspico ci sia una completa unità politica, anche da parte di alcuni Sindaci che fin ora hanno purtroppo snobbato questa iniziativa”. L’On. Marco Rondini è perentorio sul problema: “la sicurezza dei nostri Cittadini è un cardine fondamentale del movimento che rappresento, ed è nostra intenzione non fermarci. Dopo il 18 settembre, se il problema non sarà risolto, torneremo sulle strade, organizzeremo altre forme di protesta. Siamo determinati. Quello che stà avvenendo nel sud-milano sarà il primo passo per cercare finalmente una soluzione definitiva a livello nazionale per porre fine a questo scempio”. Appuntamento quindi il 18 settembre alle ore 21 a Pieve Emanuele in Via dei Pini, angolo Sp. Nuova Vigentina.
...oppure vogliamo dare un'occhiata alle dichiarazioni di Bossi del 2002?
Lega: Bossi presenta la proposta di legge contro prostituzione, pornografia e pedofilia

Il leader lumbard si fa paladino della famiglia, dei bambini e dei "meccanismi sessuali normali". Togliere dagli sguardi la prostituzione con eros center e cooperative
Milano, 22 maggio 2002 - "La pedofilia è solo una conseguenza della pornografia: se uno con la pornografia sfonda i meccanismi sessuali normali e li estremizza, alla fine dilagano meccanismi come la pedofilia e come l'omossessualità diffusa".
Questa una delle motivazioni che Umberto Bossi porta a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare contro prostituzione, pornografia e pedofilia.
La legge - assicura il leader lumbard nel corso della conferenza stampa - toglierà la prostituzione nelle strade, la pornografia dalle televisioni e dalle edicole e difenderà i bambini, "contro la dose minima di pedofilia che la sinistra ha proposto in Europa" e che - garantisce Bossi - "non arriverà mai in Italia" poichè il ministro Castelli fermerà questi progetti.
L'obiettivo di Bossi è quello di raccogliere almeno un milione di firme sulla proposta di legge, anche per accelerare i tempi di approvazione.
In nome della famiglia
La nuova iniziativa legislativa della Lega è ricondotta dallo stesso Bossi nella linea di difesa della famiglia in continuità con la battaglia che il Carroccio condusse in parlamento contro la fecondazione eterologa assistita.
Il leader della lega sottolinea più volte che la prostituzione non può essere cancellata, ma - precisa - "se certe cose non si possono estirpare bisogna tirarle via dagli occhi", affermando ispirarsi, con questo concetto, alla "saggezza cristiana".
In tal senso la proposta della lega propone anche una serie di controlli sanitari su chi esercita la prostituzione, anche attraverso la previusione di eros-center e cooperative.
Per Bossi quella della lega è una proposta di legge che si batte "contro l'alternativa sessuale alla moglie sull'uscio di casa", così come "contro l'introduzione nella casa della prostituzione smaterializzata", dunque quella televisiva, dal momento che non esiste la "libertà di trasmissione di certe porcherie".
...o vogliamo parlare del sindaco - sceriffo Gentilini?
Roma, 8 agosto 2008 - "Non le maxi-multe, ma le case chiuse potranno dare una risposta reale, concreta e definitiva al problema della prostituzione". Lo afferma il vicesindaco leghista di Treviso Giancarlo Gentilini, in un'intervista al 'Corriere della sera'. "Le multe ai clienti - continua Gentilini leggendo il testo della lettera che ha inviato a Napolitano e ai suoi compagni di partito al Governo - sono come dare un'aspirina a un malato terminale, non servono a niente, sono soldi buttati via".
"Occorre riaprire le case chiuse - continua - dove le donne che volontariamente esercitano la professione più antica del mondo possono avere un luogo adatto, controllo sanitario e fiscale. Anche loro devono pagare le tasse. Le donne - spiega il prosindaco - devono essere libere di fare ciò che vogliono con il proprio corpo. Solo trovando luoghi adatti si potrà pensare di risolvere il problema lungo le strade. Allora si' che sarà veramente possibile punire chi esercita li' e i relativi clienti. E' l'unico modo per eliminare papponi e sfruttatori vari".
Secondo il prosindaco, le maxi-multe come quelle adottate a Verona da Flavio Tosi sono "mezzucci, i cui effetti possono durare lo spazio di un mattino. In questo mondo di bacchettoni ci vuole coraggio per risolvere il problema. Tosi - continua Gentilini - e' uno sceriffino. Far pagare 500 euro a un cliente rientra nello spirito giovanile dei sindaci da linea dura. Ci vuole altro. Quanto al resto - conclude il prosindaco - nulla splende sotto il sole che io non abbia già fatto. L'ho detto pure a La Russa".
In conclusione, mentre qui dobbiamo fare i conti col patto di stabilità, che penalizza i Comuni virtuosi come Vicenza, senza che la Lega di lotta dica una sola parola alla Lega di governo, impedendoci di spendere i soldi - ad esempio - per assumere vigili in più (perchè già il contrasto alla prostituzione si fa ricorrendo al lavoro straordinario, e mica possiamo far stare in strada gli agenti 15 ore al giorno, considerato poi che di notte c'è anche il resto della città che reclama una presenza...), la Lega nazionale (forse più assennata di quella locale, impegnata in esercizi di demagogia applicata, salvo non avere poi uno straccio di idea da proporre) parla di soluzioni legislative, consapevole probabilmente che qualche suo sindaco (magari a Verona, o forse più vicino, magari a Montecchio?) è in difficoltà su questo tema, perchè da solo a risolvere un problema così grosso non ce la fa...
Ma alla disonestà intellettuale di qualcuno oramai ci ho quasi fatto il callo, dopo averci passato assieme qualche anno in Consiglio Comunale (quando "loro" stavano in maggioranza, e allora forse andava bene che le puttane fossero in strada...).
Pazienza. Li lascio divertire con la telecamerina.
Alla loro demagogia da strapazzo, quella punita dagli elettori vicentini un anno e mezzo fa, rispondo con il lavoro, con l'aver ridotto, e notevolmente un fenomeno che aveva numeri ben maggiori un anno fa, con i ringraziamenti di più di qualche famiglia perchè la sera, adesso, può rincasare senza problemi.
E un ringraziamento lo devo anche io, agli agenti della Polizia Locale, e alle altre Forze dell'Ordine che non ci fanno mai mancare il loro supporto, per l'impegno che ci mettono, giorno e notte, per tentare di garantire a tutti i cittadini la possibilità di vivere in sicurezza la propria città.
Nonostante chi grida continuamente "al lupo" per infondere insicurezza a fini elettorali.