venerdì 23 ottobre 2009

Perchè sostengo DARIO FRANCESCHINI e ANDREA CAUSIN

Domenica 25 Ottobre si svolgeranno le elezioni primarie del Partito Democratico, alle quali mi sono candidato all’Assemblea Regionale per sostenere le candidature di Dario Franceschini e di Andrea Causin a segretario nazionale e regionale del Partito.

E’ un momento importante, di grande democrazia, al quale – al di là della preferenza sul candidato – auspico fortemente vogliano partecipare tantissimi vicentini.

Far partecipare gli elettori alla designazione del segretario di un partito può sembrare una scelta strana, in un Paese nel quale per fondare un partito può bastare salire sul predellino di un auto. Ma è una scelta fondamentale per far percepire il grado di democrazia che connota la grande organizzazione di cui faccio parte, e che non a caso si definisce “Partito Democratico”.

L’invito quindi ai nostri elettori, oltre che agli iscritti, è quello di far sentire forte la propria voce, in un momento fondamentale anche per il nostro Paese e per la nostra Regione, spazzando via – con il proprio libero voto – qualunque tentativo di ricreare un sistema correntizio tradizionale dentro al nostro Partito.

Ad un Governo che si divide perchè sta fallendo le risposte alla terribile crisi economica che vive il Paese, a chi immagina il nostro partito diviso, a chi distorce la realtà trasformando la normale competizione tra candidati – ciascuno certo con la propria declinazione dei temi, ma tutti fondamentalmente con in mente l’idea di rendere il PD più forte – va data una risposta secca: e questa può venire solo da una grandissima partecipazione al voto domenica prossima.

Ho deciso di sostenere Dario Franceschini alla carica di segretario nazionale perché, nei pochi mesi in cui è stato segretario, ha già potuto dimostrare le sue qualità, tenendo in piedi il Partito in un momento in cui la maggioranza di governo già lo dipingeva come prossimo all’implosione.

Ma lo sostengo soprattutto perché con lui mi sembra emerga meglio lo spirito che ha portato alla nascita del PD. Per me, che sono stato segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, sarebbe stato certamente più semplice appoggiare un candidato che provenisse dal mio stesso percorso, invece di sostenere un cattolico proveniente dalla Margherita.

Ma il Partito Democratico e questo congresso non sono stati fatti per contarci nuovamente, per sapere chi pesa di più tra coloro che provengono dai DS o dalla Margherita. Oggi aderiscono al PD tantissime persone che di quelle storie non hanno fatto parte. E il PD è nato per fondere culture tra loro diverse, accomunate dal profilo riformista e progressista, non per tornare ad un passato che non c’è più.

Certo, l’idea di votare un bravissimo dirigente dei DS, quale è stato l’altro principale candidato di queste primarie, mi fa venire un po’ di nostalgia per il passato, per il partito in cui ho militato. Ma quando ho scelto il PD ho pensato ad un’idea diversa di partito, a un partito che avesse vocazione “maggioritaria”, che aspirasse a rappresentare una larghissima parte del Paese, e non ad un partito che mi facesse ritornare al rischio dell’Unione, quella larghissima coalizione che andava da Mastella a Ferrero.

Oggi abbiamo bisogno sì di risalire la china del consenso elettorale, ma abbiamo anche necessità di dare una prospettiva lunga ad un Partito che abbiamo appena creato, e del quale stiamo costruendo giorno per giorno il vocabolario.

Questi sono i motivi per cui ho scelto Dario Franceschini. E per gli stessi motivi appoggio, in Veneto, la candidatura di Andrea Causin, oggi consigliere regionale, che ha già saputo dimostrare di avere grande conoscenza del nostro territorio, dei suoi problemi e delle sue eccellenze.

Ne ho potuto apprezzare in queste settimane le capacità di leadership e di coinvolgimento – nella individuazione di proposte innovative per la nostra Regione – dei giovani, delle donne, degli esponenti della società civile e dell’impresa.

Tutte doti che, a pochi mesi dalle elezioni, ci consentiranno di non partire da zero nella costruzione di una alternativa credibile di governo per la nostra Regione.

Finito questo congresso, comunque, considererò conclusa l'esperienza di appartenenza ad una "mozione": questo per non alimentare in modo alcuno la nascita di una logica correntizia interna al Partito. Chiunque vinca avrà il mio sostegno per continuare a far crescere il Partito Democratico e per dare un governo diverso e migliore all’Italia ed al Veneto.

Per raggiungere questi grandi obiettivi però servirà l’aiuto di tutti, a partire da una amplissima partecipazione al voto per le primarie di domenica.


Antonio Marco Dalla Pozza

Assessore Comune di Vicenza
e capolista per l’Assemblea Regionale collegio di Vicenza Sud per la "Mozione Franceschini"

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