lunedì 14 settembre 2009

"Da Occhetto esempio di coraggio per cambiare il Paese" (Dario Franceschini)

"Da Occhetto e dalla 'Bolognina' dobbiamo prendere il coraggio per cambiare.Non bisogna farsi intimidire e avere paura di osare troppo".

Venti anni fa qui alla 'Bolognina' si consumò uno dei passaggi più importanti della storia politica del Dopoguerra. Io quel giorno ascoltando parlare il segretario del Pci ebbi la sensazione che stava accadendo qualcosa di veramente importante. Ecco perchè è ingiusta quella attribuzione secondo cui quella di Occhetto alla 'Bolognina' è stata una improvvisazione.

No, è stato il frutto di una scelta politica intelligente e lungimirante.
Nella svolta di Occhetto ci fu un grande coraggio, in particolare nelle modalità e nei tempi in cui venne operata. La storia correva (la caduta del muro di Berlino), le ore contavano come se fossero decenni e Occhetto ebbe il coraggio di venire nel luogo più importante della Resistenza italiana.

Il suo messaggio ai partigiani fu: 'quello che avete fatto deve consentirci di guardare avanti'. Una scelta politica lungimirante di cui gli va dato atto. Una scelta fatta senza rinnegare nulla della storia precedente. Anzi.
Credo che gli si debba scrollare di dosso molti pregiudizi. Il Pci e i comunisti sono stati protagonisti con altre forze democratiche della storia di questo paese. Furono importanti nella costruzione del paese, ma anche dopo.
Quelle classi dirigenti sapevano esattamente quando fermare lo scontro e mettersi insieme. D'altra parte insieme avevano fatto la Resistenza e scritto la Costituzione.

Le scelte di allora vennero fatte costruendo un'intesa. Noi giovani non sapevamo quando e come, ma sapevamo che a un certo punto ci saremmo trovati dalla stessa parte.
Senza la scelta coraggiosa della 'Bolognina' non sarebbero nati l'Ulivo e il Pd. Quindi bisogna ridare a Occhetto il ruolo che gli spetta nella storia politica del Paese.
Oggi dobbiamo guardare avanti, sapendo che il Pd nasce da tante storie che si sono incontrate in una storia comune. Anche il Pd ha fatto così, determinando un cambiamento politico in Italia, anche dall'altra parte.

Ora dobbiamo costruire una storia comune ed è quello che stiamo facendo con ricchezza e generosità al congresso.
Il Pd è nato come incontro di storie al plurale e noi dobbiamo proseguire su questa strada con l'orgoglio di queste storie. Ma adesso dobbiamo costruire una storia comune, discutere su come stare insieme e come confrontarci non sulla base delle provenienze ma sulla base di cosa dobbiamo fare per il futuro ed è quello che sta avvenendo in questo congresso.
Il Pd è nato come approdo delle nostre tradizioni, ma per cambiare il Paese, per portare avanti un progetto di cambiamento per cui serve molto coraggio. Non dobbiamo aver paura di poteri forti che non vogliono cambiare il Paese."

domenica 13 settembre 2009

Dal Molin, sindaco: base Usa si farà (lanci agenzie)

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo460053.shtml

TgCom.it

Vicenza, "ora momento responsabilità"

"La base americana al Dal Molin si farà, la battaglia contro la sua realizzazione è finita, ora bisogna cominciare a pensare alle compensazioni". Lo ha detto Achille Variati, sindaco di Vicenza, a margine di un convegno a chiusura del festival "No Dal Molin", promosso dai comitati che si oppongono alla realizzazione della base Usa. "E' stata una battaglia coraggiosa - ha aggiunto il sindaco - ora arriva il momento della responsabilità".

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=73002&sez=NORDEST

Il Gazzettino

Vicenza. «Base Usa, battaglia persa»
Variati congeda i "No Dal Molin"

Il sindaco: «Ora è meglio pensare alle compensazioni»
La pasionaria Bottene: «Resteremo guardinghi»

VICENZA (12 settembre) - «La base americana al Dal Molin si farà, la battaglia contro la sua realizzazione è finita, ora bisogna cominciare a pensare alle compensazioni». Lo ha detto Achille Variati, sindaco di Vicenza, a margine di un convegno a chiusura del festival “No Dal Molin”, promosso dai comitati che da anni si oppongono alla realizzazione della nuova base Usa. «È stata una battaglia coraggiosa - ha aggiunto il sindaco - e non tutti hanno fatto tutto quello che si poteva fare, ma noi sì. Ora arriva il momento della responsabilità». Lo stesso sindaco ha chiesto quindi al movimento di accettare quella che considera ormai una realtà incontrovertibile e di non proseguire con la protesta fine a se stessa.«È arrivato il momento - ha detto - di parlare di compensazioni e di ciò che Vicenza può ottenere in cambio del sacrificio che è chiamata a compiere». Non alza bandiera bianca, ma anche il movimento dei contrari alla nuova base americana di Vicenza, i “No Dal Molin”, ammettono che la battaglia contro l'opera del Pentagono è persa, dopo tre anni di lotte. «Ma non intendiamo mollare e abbandonare tutto» ha detto stasera Cinzia Bottene, consigliere comunale e portavoce del comitato. «Resteremo guardinghi - ha aggiunto Bottene - perché la città di Vicenza possa avere quei vantaggi che le spettano: ci riferiamo alla tangenziale nord, che come ha detto il sindaco non deve diventare un raccordo tra le due basi americane, e la zona est dell'area che deve essere concessa dal Demanio alla città per diventare un parco verde a disposizione dei cittadini».I lavori per la costruzione di camp Ederle 2 stanno procedendo a ritmo spedito e si concluderanno, secondo i programmi, nel marzo 2012. «Il comitato Dal Molin continuerà ad esistere e a lavorare sul territorio - ha concluso Bottene - sempre attento a tutti gli aspetti connessi alla costruzione della base americana».

http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/144472

L'Unione Sarda

Base Vicenza, il Sindaco si arrende:
"Battaglia finita, ora le compensazioni"

"La base americana al Dal Molin si farà, la battaglia contro la sua realizzazione è finita, ora bisogna cominciare a pensare alle compensazioni"

Lo ha detto Achille Variati, sindaco di Vicenza, a margine di un convegno a chiusura del festival 'No Dal Molin', promosso dai comitati che da anni si oppongono alla realizzazione della nuova base Usa. "E' stata una battaglia coraggiosa - ha aggiunto il sindaco - e non tutti hanno fatto tutto quello che si poteva fare, ma noi sì. Ora arriva il momento della responsabilità". Lo stesso sindaco ha chiesto quindi al movimento di accettare quella che considera ormai una realtà incontrovertibile e di non proseguire con la protesta fine a se stessa. "E' arrivato il momento - ha detto - di parlare di compensazioni e di ciò che Vicenza può ottenere in cambio del sacrificio che è chiamata a compiere".

Sabato 12 settembre 2009 19.22

La reazione del Presidio

http://www.nodalmolin.it/spip.php?article545

Variati si arrende, i vicentini no

C’è chi prende paura di fronte ai primi ostacoli e «alza bandiera bianca», come ha detto questa sera il Sindaco di Vicenza, Achille Variati. E chi continua a credere che un cantiere aperto non possa sgomberare il campo dai soprusi e dalle devastazioni del progetto statunitense: e questi sono tante donne e tanti uomini della città di Vicenza, che Variati non ha più il coraggio di rappresentare.
«Ora arriva il tempo della responsabilità», ha detto Variati; e questo concetto, così nobile, il sindaco l’ha coniugato con la resa: la sua responsabilità, infatti, si realizza nell’abbandonare la città e il territorio al loro destino, per stringere la mano ai generali a stelle e strisce.
Ma non vogliamo fargliene una colpa: non tutti hanno il coraggio di portare fino in fondo le proprie convinzioni; c’è chi di fronte ai primi ostacoli si spaventa, preferisce tirarsi indietro, abbassare la testa piuttosto che reclamare giustizia.
Che si assuma la sua responsabilità, Achille Variati: quella di aver permesso, con la sua resa, il possibile scempio di Vicenza; noi continueremo ad assumerci la nostra: quella di voler continuare a inseguire un sogno, quella di continuare a difendere democrazia e partecipazione, quello di reclamare il rispetto della nostra dignità.

Lettera di Dario Franceschini alle iscritte e agli iscritti del Partito Democratico

Care iscritte, cari iscritti,

in questi giorni si sta votando in tutti i circoli d’Italia.

Mi rivolgo direttamente a voi perché conosco la vostra passione e il vostro attaccamento al partito.

In ogni Festa, in ogni assemblea, in ognuno dei mille circoli di tutte le province italiane in cui sono andato da segretario, ho ascoltato le vostre speranze e ho capito le delusioni per quello che si poteva fare meglio e non è stato fatto.

Perché di certo abbiamo fatto errori ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche e correggerli, andando però avanti nella nuova storia comune che abbiamo appena iniziato a vivere.
Il mio impegno è questo: non tornare indietro.

Non tornare indietro rispetto alla scelta di un partito radicato nel territorio, con un Circolo in ogni comune e in ogni quartiere. Un partito aperto, che unisce la straordinaria forza dei nostri iscritti e dei nostri militanti alle energie di tanti elettori pronti a lavorare con loro per un progetto in cui credono.

Non tornare indietro rispetto all’idea di un partito ricco di diversità come tutti i grandi partiti nel mondo. Abbiamo scelto noi di chiudere una lunga stagione di divisioni per far nascere il Pd, la casa di tutti i progressisti: laici, cattolici, di sinistra, ambientalisti, liberal, socialisti. E così deve restare il Pd: il partito in cui quelle diversità sono la ricchezza che permette di costruire la sintesi e la linea comune.
Per questo sono orgoglioso che a sostenere la mia candidatura vi sia tutta questa varietà di storie.

Per questo sono orgoglioso che il Coordinatore della mia mozione congressuale sia Piero Fassino.

Per questo mi si è aperto il cuore quando alla fine di agosto un vecchio signore ha attraversato la folla che riempiva la piazza, mi ha abbracciato e mi ha detto: ”Sono l’ultimo segretario del Partito Comunista di Gallipoli ma voterò per te, perché non mi interessa da dove vieni ma dove vuoi andare”.
Questo è il Pd che abbiamo sognato e che ora dobbiamo costruire: un luogo in cui ognuno ha portato l’orgoglio della propria storia precedente ma in cui si sta insieme per il futuro che si vuole costruire, per l’idea di Italia che abbiamo.

Come sapete, quando 6 mesi fa tutti mi hanno chiesto di fare il Segretario del Pd, in un momento molto difficile, avevo detto che il mio lavoro sarebbe finito in ottobre. Poi ho riflettuto molto su quelle parole di Berlusconi appena sono stato eletto: “Ecco l’ottavo leader del centrosinistra. Tra un po’ ci sarà il nono”. Ho masticato amaro quel giorno perché ho pensato che purtroppo non aveva torto: in quindici anni di là c’è stato sempre lui, di qua tutti i leader che si sono susseguiti sono stati più ostacolati dal fuoco amico che da quello avversario.

Allora mi sono detto: questa volta a decidere se devo smettere o se dopo sei mesi devo continuare a fare il Segretario del Pd, non saranno quattro o cinque capi chiusi in una stanza ma saranno gli iscritti e gli elettori del Pd.

Ecco, solo questo vi chiedo: quando voterete nei Circoli e poi alle Primarie del 25 ottobre, tra noi candidati scegliete chi vi convince di più, chi immaginate potrà fare meglio l’opposizione e preparare le future vittorie, ma scegliete liberi.

E’ troppo importante la scelta per seguire l’indicazione di qualcuno che conta o per restare legati alle antiche appartenenze.

Seguite solo la vostra coscienza, fate come quel vecchio segretario del Pci: scegliete uno di noi, ma non per la storia da cui proviene ma per quella futura che propone al partito e al Paese.

Se farete così, chiunque vinca, avrà vinto tutto il Pd.

Dario Franceschini

Segretario Nazionale del Partito Democratico

venerdì 11 settembre 2009

Vicenza, c’è l’Italia nel diamante

BASEBALL. Presentata la due giorni mondiale che andrà in scena martedì 15 e sabato 19 allo stadio dei Pomari che è stato tirato a lucido per lo show

Vicenza, c’è l’Italia
nel diamante, e per la “Prima base” è gratuito il bus navetta

Gli azzurri saranno in città nel primo round (si gioca alle 20) e se la vedranno con la seconda del gruppo C

Da "Il Giornale di Vicenza" di Venerdì 11 Settembre 2009, Sport, pagina 44, di Marta Benedetti

Il "play ball", ossia il via ufficiale ai Mondiali di baseball, è già stato dato. Fino a questo momento, sono state giocate 10 partite dei gironi di qualificazione, in 5 sedi diverse. L'Italia del manager Marco Mazzieri, pronta a brillare sul diamante dei Pomari martedì prossimo alle 20, è ancora alle prese con l'European Baseball Series: 4 incontri amichevoli con l'Olanda (due in casa degli "orange", due in Italia) in preparazione ai Mondiali. Questa serie di partite servirà al manager azzurro per scremare e definire una volta per tutte il roster. Già da domani dovrebbe essere possibile conoscere la prima sfidante della nostra nazionale, che esordirà domenica a Firenze.Nel frattempo sono state presentate ufficialmente a palazzo Trissino le due serate di grande baseball che toccheranno anche Vicenza. Lo stadio di via Bellini ospiterà due incontri: martedì la grande occasione di vedere l'Italia, mentre sabato si affronteranno la 1a classificata del gruppo "A" e la 2a del gruppo "E". Per l'assessore allo sport Nicolai, intervenuto alla conferenza, «La speranza è che i Mondiali suscitino interesse nei più giovani».Sarà, in effetti, una grande occasione per la città, dove si trova uno dei diamanti più apprezzati anche a livello internazionale. «E non è un caso - spiega il presidente regionale Fibs, Culicchi, - che proprio Vicenza sia stata a suo tempo designata come una delle sedi ospitanti del Mondiale». Il diamante cittadino, con il lavoro dei volontari della società Palladio, e l'ingente aiuto economico da parte del Comune, è stato "lucidato" per questo grande evento, che a Vicenza mancava da 11 anni.Baseball World Cup si presenta come l'evento sportivo dell'anno almeno per tre motivi: delle 106 partite in programma (tra cui la finale, prevista a Nettuno), 48 sono previste in Italia, che è il paese europeo dotato dell'impiantistica qualitativamente e quantitativamente più sviluppata; i Mondiali saranno lo strumento che la Federazione internazionale utilizzerà per riconquistare i "cinque cerchi" (il baseball attualmente non rientra tra le discipline dei Giochi di Londra 2012); si tratta del primo grande evento ambientale in ambito sportivo. Su quest'ultimo punto, è intervenuto l'assessore alla sicurezza e all'ambiente, Dalla Pozza: «Primo "Green Event" sportivo in Europa, i Mondiali di baseball aderiscono alla campagna a favore dell'energia sostenibile promossa dalla Comunità Europea e dal Ministero dell'ambiente». Cosa significa concretamente? "Tutte le città in cui si giocherà metteranno in atto una serie di azioni virtuose per la tutela dell'ambiente, che riguarderanno soprattutto la mobilità e la raccolta differenziata allo stadio".
I biglietti per le partite ai Pomari da questo pomeriggio si potranno acquistare allo stadio di via Bellini al costo di 25 euro (sotto i 12 anni il biglietto è gratuito). La vendita proseguirà nei giorni successivi a partire dalla mattina. Per la seconda partita, in programma sabato 19, l'ingresso allo stadio costerà 20 euro. Fino a questo momento, sono stati venduti oltre un centinaio di biglietti online. Trasporto gratuito. Martedì, dalle 19 alle 20, partirà ogni 10' dalla Stanga un bus navetta in direzione dello stadio. Gli utenti, per viaggiare gratuitamente, dovranno esibire all'autista il biglietto. Al termine dell'incontro, previsto intorno alle 23, partiranno 2 autobus ogni 15' che effettueranno al contrario la linea 1 fino alla Stanga. Gli autobus avranno visibile sulla parte anteriore un pannello con scritto: "Prima base - prendere il bus". Lo stesso servizio funzionerà sabato 19.

martedì 8 settembre 2009

Andrea Causin: Il manifesto del PD per i Comuni del Veneto

I sindaci e gli amministratori locali del Veneto sono in gravi difficoltà nel dare risposta alle esigenze dei cittadini, aumentate anche per effetto della crisi.
A queste difficoltà il Governo fino ad oggi non ha dato risposte concrete.
Dell’attuazione del tanto sbandierato federalismo fiscale non c’è traccia. E per come è congegnata la legge approvata in Parlamento un vero federalismo fiscale si potrà vedere solo tra 8 anni.
Nel frattempo, con i tagli decisi dal ministro Tremonti con la manovra triennale 2009-2011 e i provvedimenti collaterali, la situazione è gravemente peggiorata: tagli non solo diretti sulle risorse per la finanza locale (i trasferimenti), ma anche indiretti, come quelli al Fondo sociale.
Alla diminuzione dei trasferimenti erariali e dei fondi destinanti alle politiche sociali, va aggiunta l’inadeguata copertura del mancato gettito derivante dalla soppressione dell’Ici sulla prima casa (i trasferimenti compensativi previsti per il 2009 coprono solo l’86% del gettito complessivo attestato dai Comuni nel corso del 2008).
Il quadro è aggravato ulteriormente dalla crisi finanziaria ed economica in atto, che ha comportato la diminuzione delle entrate proprie degli enti locali (Ici, addizionale Irpef, oneri di urbanizzazione, imposte quali la pubblicità, ecc.) con l’effetto di mettere in crisi gli equilibri di bilancio dei nostri Comuni del Nord, i cui bilanci si reggono per il 60-70% su entrate proprie e solo per il 30% su trasferimenti statali, a differenza dei Comuni del Sud.
Le regole fortemente restrittive del patto di stabilità interno, inoltre, impediscono a gran parte dei Comuni di poter effettuare investimenti e i pagamenti alle imprese che hanno effettuato lavori, aggravando così lo stato di crisi in cui versa il Paese. Questa situazione colpisce in modo particolare i Comuni virtuosi del Nord Est che in questi anni hanno programmato ed effettuato investimenti.
In conseguenza di tutto ciò, i Comuni versano in una situazione di grave crisi economico-finanziaria.
Circa il 50% dei Comuni delle Regioni del Nord hanno già dichiarato di non poter rispettare gli obiettivi posti dal Patto di Stabilità interno se vogliono effettuare gli investimenti necessari per le comunità locali e non incorrere nella violazione di obblighi contrattuali legittimamente assunti con imprese e fornitori, senza aggravare allo stesso modo la situazione economica locale.
L’attuale normativa a livello nazionale sugli enti locali viola la Costituzione, che riconosce e promuove le Autonomie locali.
Per tutti questi motiviil Pd, e la mozione Franceschini in particolare,stanno dando battaglia per favorire un intervento legislativo che preveda:
1. L’accelerazione dell’attuazione del federalismo fiscale, con misure che correggano o comunque attenuino da subito le disparità tra enti locali delle regioni a statuto ordinario e quelli delle regioni a statuto speciale, in particolare a favore degli enti locali sotto dotati.
2. La copertura integrale a favore degli enti locali del minor gettito derivante dall’abolizione dell’Ici sulle abitazioni principali.
3. L’abolizione delle sanzioni previste per il mancato rispetto del Patto di Stabilità interno già dal 2009.
4. La regionalizzazione del Patto di Stabilità.
5. Per garantire gli equilibri di bilancio, l’applicazione da subito, anche a favore degli enti locali, della moratoria sui mutui in ammortamento degli investimenti, come già fatto per le imprese, dilazionando il pagamento della quota capitale delle rate dei mutui a partire dal 2011.
6. La possibilità anche per i Comuni – come previsto già per i ministeri – di provvedere al pagamento dei residui passivi concernenti le spese per gli investimenti, ovvero di pagare con le disponibilità di cassa le fatture delle imprese che hanno realizzato le opere pubbliche.
7. L’eliminazione della recente norma contenuta nell’ultimo decreto anticrisi che condiziona gli impegni futuri di spesa per investimenti dei Comuni alla certificazione da parte del funzionario del rispetto Patto di Stabilità.
8. La costituzione di un fondo a livello nazionale per promuovere gli investimenti degli enti locali pronti ad aprire i cantieri nel giro di pochi mesi.
9. L’eliminazione del vincolo che impedisce l’utilizzo degli avanzi di amministrazione (indicativi di una amministrazione virtuosa) per effettuare investimenti.
10. L’approvazione da parte del Parlamento della Carta delle Autonomie per definire compiti e funzioni dei diversi livelli istituzionali, eliminando la sovrapposizione che produce confusione, l’allungamento di tempi, la non chiarezza nelle responsabilità e l’aumento dei costi.
11. La definizione di regole finanziare differenziate per le diverse dimensioni dei Comuni semplificando le procedure per i piccoli Comuni (non soggetti al Patto). In particolare, la difesa e il sostegno con misure specifiche dei piccoli Comuni e di tutte le zone di montagna.
12. La possibilità di mettere in condizione gli enti locali, che sono il primo fronte di lotta alla povertà e di argine alla crescita del disagio economico, sociale ed occupazionale, di svolgere un ruolo attivo di welfare locale.


Daniela Sbrollini, deputata
Simonetta Rubinato, deputata e sindaco di Roncade
Pierpaolo Baretta, deputato
Franca Donaggio, senatrice.

Primi sottoscrittori:

Roger de Menech, sindaco di Ponte nelle Alpi (BL)
Antonio Bombonato, sindaco di Costa di Rovigo (RO)
Antonio Dalla Pozza, assessore alle Politiche per la Sicurezza del Comune di Vicenza
Pierantonio Tomasi, sindaco di Marcon (VE)
Luigino Moro, sindaco di San Stino di Livenza (VE)
Mariarosa Barazza, sindaco di Cappella Maggiore (TV)
Massimo Beraldo, sindaco di Ceggia (VE)
Luigia Modonesi, sindaco di Fiesso Umbertano (RO)

lunedì 7 settembre 2009

Piero Fassino: "Perché sto con Dario"

Ho scelto di sostenere la riconferma di Dario Franceschini a Segretario nazionale del Partito Democratico.
L'ho fatto per più ragioni.

Intanto perché Franceschini è stato eletto soltanto nel febbraio scorso e sei mesi sono un tempo troppo breve per chiudere un'esperienza così complessa come la direzione politica di un grande partito. E non credo che accresca il credito del PD offrire l'immagine di un partito che rinnova e cambia i propri dirigenti troppo spesso.Peraltro in questi pochi mesi Franceschini ha dimostrato di essere un dirigente capace di scegliere, decidere e agire.

Ha tenuto la barra dritta sulla laicità confermando il profilo chiaro di un credente laico, consapevole delle responsabilità che la politica ha nei confronti delle persone e delle loro scelte di vita. E mi piace ricordare che - nei mesi in cui si discuteva in Italia di coppie di fatto - Dario Franceschini fu tra i promotori di un'importante lettera sottoscritta da 60 parlamentari della Margherita con la quale, di fronte ad un appello della Conferenza episcopale italiana che chiedeva ai parlamentari credenti di uniformare il loro voto alle loro ragioni di fede, si rispose a chiare lettere che l'essere credente non può far venire meno per chi ricopra incarichi istituzionali, il dovere prioritario di essere fedeli alla Costituzione e alle leggi dello Stato.

Franceschini ha tenuto la barra dritta sulla collocazione europea condividendo la scelta di costruire in Europa un nuovo campo progressista fondato sull'alleanza al Parlamento europeo tra gli eletti del Partito Democratico e gli eletti socialisti e socialdemocratici. Scelta né facile, né scontata e che Franceschini ha praticato e vissuto con coerenza e lealtà.

E in una campagna elettorale difficile e in salita, Dario Franceschini ha impresso al nostro agire il profilo di una proposta concreta sui contenuti, sulle esigenze, sui bisogni dei cittadini. Lo ha fatto spendendosi con generosità, passione e stabilendo un rapporto di fiducia e di simpatia con l'elettorato. E ha ottenuto un risultato che, sia pure inferiore all'esito delle elezioni politiche del 2008, non era affatto scontato, alla vigilia del voto.

Ma c'è una ragione ancora più profonda per cui sostengo Franceschini e attiene al PD, al suo carattere di casa comune dei riformisti italiani. Il PD e prima l'Ulivo, lo abbiamo voluto plurale, fondato sull'incontro, la fusione, l'intreccio delle esperienze di donne e uomini provenienti da storie e culture diverse. Abbiamo voluto costruire un Partito che riconoscesse il valore delle differenze e, tenendo conto dell'apporto di ciascuno, fosse in grado di creare contaminazione culturale, pensiero nuovo, identità nuova. E pure in mezzo a difficoltà e limiti, abbiamo cominciato a costruire quel PD che oggi non può e non deve essere omologato a una sola delle culture originarie che lo hanno promosso.
E' un errore pensare che chi viene dai DS e chi viene dalla Margherita debba automaticamente scegliere un Segretario che venga dalla stessa esperienza. Dobbiamo, invece, scegliere un Segretario non guardando alle provenienze di origine, ma al progetto del Partito Democratico e alla sua identità di un partito che mescola, fonde e unisce culture e storie diverse in un progetto per l'Italia che vada oltre il passato e in cui tutti possiamo identificarci insieme.

E Franceschini è il Segretario che offre oggi le maggiori garanzie che il PD mantenga quel profilo largo, aperto e plurale che è essenziale per la funzione nazionale che deve assolvere e per raccogliere quel vasto consenso di milioni di elettori deciso per sfidare la destra e batterla.

Peraltro, proprio perché abbiamo scelto in Europa l'alleanza a Strasburgo con i socialisti - scelta in cui io ho creduto con convinzione - è opportuno e necessario che a gestire l'avvio di tale rapporto sia un Segretario che viene da un percorso diverso, garantendo così al PD quel profilo plurale che è la ragione stessa per cui noi abbiamo voluto e fondato il Partito Democratico.

Certo, la scelta che ho compiuto e che compirà chi mi accompagnerà in questo cammino, non è facile. D'altra parte non ho mai scelto nella mia vita per convenienza o per comodità, né mi sono mai chiesto se una decisione fosse facile, ma se fosse giusta.

E sono convinto che sostenere Franceschini sia oggi la scelta giusta per l'Italia, giusta per il Partito Democratico e il suo futuro.


Piero Fassino

Veltroni: “Tifo Franceschini, uomo tenace e leale”

“Dario Franceschini? Un uomo tenace, leale, determinato. Pier Luigi Bersani: non ho ancora capito qual e' la sua politica. Ignazio Marino? Viene dalla societa' civile e gli manca la complessita' per guidare un grande partito. Silvio Berlusconi? Non ha il senso dello Stato e ha perso l'occasione per fare cambiamenti importanti con il dialogo in questa legislatura. Gianfranco Fini? e' presto per parlare di lui al Quirinale”.
Walter Veltroni si confessa ai microfoni di Sky nella rubrica domenicale di Beppe Severgnini, e conferma la sua scelta di appoggiare Franceschini alla segreteria del Pd.

Entra anche tu a far parte dei volontari per Andrea Causin Segretario del PD Veneto.

Un veneto di valori e responsabilita’.

Siamo il movimento di volontari che sostiene Andrea Causin a Segretario del Pd Veneto.
Con Andrea vogliamo offrire al Veneto una visione progressista.
In tempi dominati dalla paura e dall’insicurezza alimentate da forze politiche irresponsabili che governano la nostra Regione, in tempi dominati dalla cultura dell’egoismo che ha reso piu’ deboli le nostre comunita’, in tempi dominati dall’incapacita’ di affrontare la crisi economica che sta inferendo colpi pesanti alle nostre imprese e ai nostri lavoratori, vogliamo affermare una gerarchia di valori alternativa.
I veneti sono da sempre un popolo operoso e solidale. Vogliamo un Veneto che ritorni ad essere la terra di comunita’ coese, forti, coraggiose, capaci di accogliere, capaci di innovare, capaci di sostenere coloro che sono in difficolta’, capaci di sfidare la competizione internazionale, capaci di offrire benessere economico e qualita’ della vita.
Vogliamo rappresentare la riscossa e la risposta dei veneti e dell’Italia.
Vogliamo una nuova politica, mossa da ideali, capace di decidere. Una nuova politica di valori e responsabilita’.
Per questo sosteniamo al congresso e alle primarie Dario Franceschini Segretario Nazionale del PD e Andrea Causin Segretario del PD Veneto.
E’ il momento delle scelte chiare. Dobbiamo fare proposte concrete. Riacquistare la fiducia dei cittadini.
E la fiducia dei cittadini passa prima di tutto per la credibilita’ della classe politica.
Occorre dimostrare anche ai cittadini della nostra Regione che che il PD in Veneto e su tutto il territorio nazionale sara’ il partito del buongoverno, credibile, trasparente, che i suoi dirigenti si spenderanno al servizio dei cittadini dando per primi l’esempio.
La competizione interna che sfociera’ con il voto alle primarie del 25 ottobre è un tempo di straordinario impegno, di cambiamento e di responsabilità. E’ l’opportunita’ per tutti noi di essere protagonisti del rinnovamento. Dobbiamo rinnovare con coraggio e questo e’ il tempo del coraggio.
Hai voglia anche tu di cambiare l’Italia e il Veneto con noi?
Ti aspettiamo. Entra a far parte del movimento dei volontari per Andrea Causin. Scrivi a questo indirizzo volontari@andreacausin.it il tuo pensiero, le tue idee, le tue proposte per alimentare, sostenere e supportare la candidatura di Andrea Causin a Segretario Regionale del Partito Democratico.
Una candidatura nata da una fitta rete territoriale veneta e che grazie al tuo aiuto può lanciare una vera e propria esperienza collettiva di innovazione politica ed organizzativa.
Un partito e’ la comunita’ di persone che ne fanno parte. Non vive solo grazie ai suoi dirigenti e funzionari, ma soprattutto grazie all’impegno quotidiano di tante persone, militanti, iscritti che condividono VALORI e RESPONSABILITA’.

I volontari per Andrea Causin Segretario del PD Veneto

giovedì 3 settembre 2009

Sanzione per commercio abusivo su area pubblica, Dalla Pozza: “Non risponde ad alcuna politica aggressiva, é la legge a fissare la sanzione"

Variati: “Valuteremo il ricorso con tutta l’attenzione del caso”

L’amministrazione comunale non ha adottato alcuna nuova politica aggressiva o impartito istruzioni particolari per colpire chi tira a campare con modesti lavori – riferisce l’assessore alla sicurezza Antonio Marco Dalla Pozza, in seguito all’episodio che ha visto gli agenti della polizia locale sanzionare un cittadino bengalese, sorpreso a vendere rose su un’area pubblica senza alcuna autorizzazione -. Lo dimostra il fatto che proprio il settore degli interventi sociali è stato l’unico, nel bilancio 2009, ad esser stato rafforzato per andare incontro a chi si trova, o rischia di trovarsi, ai margini della società, così come lo dimostra l'azione degli agenti di polizia locale che è servita talvolta a segnalare agli interventi sociali casi di marginalità bisognosi di intervento da parte delle istituzioni”.“Tuttavia esiste una legge, e non quindi un’ordinanza del Sindaco – evidenzia Dalla Pozza –, che fissa la sanzione esattamente a 5164 euro nei confronti di chi esercita abusivamente il commercio su area pubblica. Possiamo quindi discutere su quanto sia sproporzionata e ingiusta la legge, applicata a questa particolare fattispecie, ma esiste e va quindi applicata, a prescindere da chi commette l'infrazione e dalla sua condizione reddituale. Sarà semmai compito del Parlamento intervenire per modificarla”."L'azione di contrasto al commercio abusivo – ricorda inoltre Dalla Pozza - è svolta con costanza dal Comando, così come richiesto da cittadini, associazioni di categoria e singoli commercianti e il controllo in questione si è svolto in un'area che da sempre è delicata, con episodi anche recenti di microcriminalità, e che quindi rientra nelle normali attività di prevenzione dei reati e di miglioramento della sicurezza nella zona". "Di fronte a ipotesi di reato – spiega l’assessore - gli agenti della polizia locale devono obbligatoriamente intervenire, sotto pena, per loro stessi, di commettere un reato qualora decidessero arbitrariamente di girarsi dall'altra parte. Capisco, e lo capiscono anche gli agenti intervenuti, la pena di una persona in difficoltà che si vede costretta a pagare una cifra molto elevata, ma non vedo che cosa avrebbero potuto fare di diverso, stretti tra l'incudine della propria sensibilità ed il martello della obbligatorietà dell'intervento che la legge loro impone"."In questo momento di crisi economica – conclude Dalla Pozza - molti bussano alla porta del Comune per chiedere aiuto e noi non abbiamo fatto mai distinzioni tra italiani e stranieri, ma solo tra chi è veramente in difficoltà e chi non lo è. Chi vive di piccoli espedienti purtroppo si può porre in una condizione ‘borderline’, che può portarlo anche inconsapevolmente, come in questo caso, ad infrangere norme di legge. Ciò non ci rende certo felici, ma ci spinge ancor di più ad invitare chi è in difficoltà a rivolgersi, senza timore, al Comune".
“Non ho ancora potuto esaminare i ricorso annunciato dal legale del cittadino sanzionato – precisa infine il sindaco Achille Variati -. Non appena sarà sul mio tavolo lo approfondiremo con tutta l’attenzione del caso, anche perché è evidente a tutti che c’è una macroscopica sproporzione, e non per scelta della polizia locale, ma per un preciso dettato di legge, tra l’illecito e una sanzione così pesante che certo non ci fa piacere”.

mercoledì 2 settembre 2009

Sei clandestini all’ex Domenichelli

Da "Il Giornale di Vicenza" di Martedì 1 Settembre 2009, cronaca, pag. 13e, di Diego Neri

IL BLITZ. La polizia locale ha fatto irruzione ieri all’alba. Tutti tunisini, dormivano in condizioni igieniche spaventose

Sei clandestini all’ex Domenichelli
L’assessore Dalla Pozza: «La soluzione è l’abbattimento immediato dell’edificio fatiscente»

Sei clandestini all’ex Domenichelli. La palazzina fatiscente che dà su via Torino da qualche settimana era tornata ad essere luogo di riparo per immigrati e ieri mattina, con un blitz, la polizia locale ha scovato sei immigrati tunisini senza permesso di soggiorno che dormivano in condizioni igienico-sanitarie spaventose. L’irruzione è scattata alle 7: dodici agenti, d’intesa con la proprietà che ha aperto loro i cancelli, sono entrati nello stabile ed hanno sorpreso il gruppetto. Dei sei, tutti piuttosto giovani, due hanno tentato di opporre resistenza perché erano stato già fermati a Bari e non avevano rispettato il decreto del questore. Sono stati accompagnati al comando di stradella Soccorso Soccorsetto ed identificati; i primi due sono stati denunciati per clandestinità recidiva e per resistenza, gli altri quattro per permanenza illegale in Italia. Il blitz dei vigili, coordinati dalla sezione di polizia giudiziaria con i vice commissario Schiavo e Chemello, è scattato in seguito agli esposti di alcuni residenti, che avevano segnalato al comando la presenza di alcune persone all’interno dello stabile, già teatro di vari fatti di cronaca e di una lunga polemica. Presenza confermata da alcuni varchi nella recinzione.«Ringraziamo la proprietà che ci è stata d’aiuto - ha commentato l’assessore alla Sicurezza Dalla Pozza -. L’operazione speriamo porti un po’ di tranquillità in zona. resta il sospetto che l’area ex Domenichelli sia anche un luogo di spaccio. Di qui la nostra convinzione che la soluzione definitiva sia una sola, per la quale mi rivolgo ancora una volta ai proprietari (l’immobiliare Maddalena di Danilo Marchetto, ndr): l’abbattimento immediato dell’edificio, oramai fatiscente, che confina con via Torino».