giovedì 20 agosto 2009

Addio alla ex Centrale del latte, nel futuro ecco giardini e negozi

Dal sito de "Il Giornale di Vicenza" www.ilgiornaledivicenza.it
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Giovedì 20 Agosto 2009, di Gian Marco Mancassola

A SAN BORTOLO. Il Pat indica una prevalente destinazione a parco pubblico. Saranno previsti spazi per associazioni e parrocchia, oltre a destinazioni commerciali. I capannoni abbandonati nel 2008 saranno demoliti al costo di 2 milioni di euro. Si salveranno solo gli uffici

Addio alla ex Centrale del latte
Nel futuro ecco giardini e negozi
Meno cemento, più verde. È l'equazione su cui il Pat cucirà il futuro dell'ex Centrale del latte. Se da tempo da destra e da sinistra si invoca una destinazione prevalentemente pubblica con annesso parco attrezzato per lo stabilimento ai margini di S. Bortolo, il Piano di assetto del territorio di prossima adozione indica la via da seguire per trasformare gli 11 mila metri quadrati di via Medici in uno spazio aperto ai vicentini. Il futuro sarà in gran parte parco, ma non tutto l'edificato sarà demolito e qualcosa sarà costruito.

BONIFICA E DEMOLIZIONI. I capannoni di via Medici sono stati definitivamente abbandonati un anno fa, quando la Centrale del latte si è trasferita nel moderno stabilimento di Vicenza est. Da un anno l'amministrazione Variati sta quindi elaborando una proposta per trasformare la struttura dismessa, avviando parallelamente una serie di indagini per scongiurare il rischio di brutte sorprese. In particolare, con una spesa di 20 mila euro è stata promossa una campagna di analisi in profondità per stabilire se vi sia presenza di inquinamento. I risultati, finora, escludono motivi di preoccupazione. Come spiega l'assessore all'Ecologia Antonio Marco Dalla Pozza, se questo sarà anche l'esito finale delle indagini, verrebbe confermato il budget stimato per demolire i capannoni: circa 2 milioni di euro.

UN PROGETTO IN REGALO. Il punto di partenza per la riflessione sul futuro dell'area è il progetto donato al Comune dai vertici della Centrale del latte all'inizio del 2008. L'impianto dei "Giardini di via Medici" è la creazione di un parco sull'85% della superficie. La sostenibilità economica verrebbe raggiunta con la costruzione di un edificio di pregio. «Questo potrebbe essere il punto di partenza - concede l'assessore Dalla Pozza, che da consigliere di opposizione si era vivacemente battuto per un futuro verde in via Medici - ma il nostro punto di arrivo è diverso. L'area dovrà avere una prevalente destinazione pubblica: con questo intendiamo la stragrande maggioranza della superficie a disposizione. Come accadrà con l'ex Zambon, l'equilibrio economico e urbanistico dovrà essere individuato all'interno del perimetro dell'area, senza ricorrere a forme di perequazione che coinvolgano altre aree».

ASSOCIAZIONI E NEGOZI. La destinazione pubblica non si esaurirà con il parco. Come spiega Dalla Pozza, nei piani di palazzo Trissino c'è anche la riqualificazione della palazzina di uffici che sorge nello spicchio più a nord: sarà salvata per essere convertita in un contenitore di sedi per le associazioni e i gruppi attivi. Da tempo la parrocchia del Sacro cuore chiede la possibilità di ampliare gli spazi dell'oratorio. Con l'ipotizzata chiusura al traffico dell'ultimo troncone di via Medici, davanti ai cancelli della Centrale, parrocchia, parco e palassociazioni diventerebbero un continuum. Sì, ma chi paga demolizioni, ristrutturazioni e allestimento del parco attrezzato? Una quota dell'area verrebbe riservata per creare edifici pubblici. La destinazione più probabile potrebbe essere il commercio di vicinato, al servizio del quartiere, ma non è escluso che possano vedere la luce anche residenze o uffici.

Gian Marco Mancassola

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