sabato 15 agosto 2009

È la Lega l' ostacolo del laboratorio Veneto

La lettera

È la Lega l' ostacolo del laboratorio Veneto

di Antonio Cancian

Caro direttore, la lettera scritta da Paolo Costa, oggi membro federale del Pd, già europarlamentare nonché sindaco di Venezia, pone più di una difficoltà a chi, come il sottoscritto, s' interroga sul futuro politico del Veneto. Le interessanti riflessioni di Costa, alla ricerca di «un vero atto di autonomia regionale» che consenta di non rispettare i vincoli degli attuali steccati politici nazionali, suonano come dette dall' esterno, secondo una estemporaneità che le rende subito deboli, perché non frutto di un confronto politico in atto nel Pdl e nel Pd. Di qui l' imbarazzo che provo nello scrivere una «lettera» su questioni che sono presenti nell' immaginario politico di molti all' interno dei due partiti. Ammettiamo pure che alcune fondamentali idealità, che si impongono come unificanti valori nazionali, quali il senso della tolleranza, dell' accoglienza-integrazione, del cercare ciò che favorisce il superamento dei «confini» e delle separatezze d' ogni genere, possano rappresentare un qualche collante tra Pdl e Pd. Ciò detto, restano in campo ostacoli politici e ideologici ancora troppo imponenti per poter immaginare il Veneto quale terra pronta a un «laboratorio» sostenuto dal «miglior Pdl e dal miglior Pd». Infatti, come si conciliano tra loro, proprio in Veneto, il Pd dal volto rozzo e ambiguo di alcuni esponenti e la confusa imprevedibilità di altri «democratici»? Insomma, è per davvero riformista o riformatore il Pd, sia a Venezia sia a Roma? È pur vero che la Lega non sempre si è schierata dalla parte del rivoluzionario riformismo interpretato da Giancarlo Galan, ma è anche vero che il Pd veneto ossessivamente si è perso in sterili modi di fare opposizione che l' hanno, anche sul piano elettorale, molto penalizzato. Va bene parlare del Veneto di domani, ma come si fa ad ignorare l' Italia di oggi in cui gran parte del Pd continua a vedere Silvio Berlusconi come la personificazione del male? Ancora: può essere Giancarlo Galan un «uomo per tutte le stagioni»? Fin qui ho accennato a temi e problemi relativi al Pdl e al Pd, ma se certi discorsi passano dal «sottovoce veneto» alle lettere sui giornali nazionali, qualche ragione ci sarà pure. Mi limito ad indicarne almeno una. La Lega nel Veneto di Galan ha rappresentato una componente di maggioranza sostanzialmente leale e rispettosa degli impegni assunti con l' elettorato. Purtroppo oggi la Lega si propone secondo scelte prossime all' autoisolamento. Partito-macchina che chiede e pretende (e quasi sempre ottiene) l' occupazione di centri di potere e di sottopotere. Tutto ciò ha provocato nelle recenti elezioni vari gradi di rifiuto e di distacco da parte di molti amministratori locali, di molti elettori, nei riguardi di alleanze in cui era presente la Lega. Questo è un fatto che, evidentemente, non può non far riflettere coloro che pensano al futuro politico del Veneto.

Antonio Cancian

europarlamentare del Pdl

Da "Il Corriere della Sera", 11 agosto 2009, pagina 12
http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/11/Lega_ostacolo_del_laboratorio_Veneto_co_9_090811011.shtml

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